Bertolaso ai violenti: la crisi è colpa vostra
Dopo gli scontri di sabato a Chiaiano, non si placano le polemiche. Secondo il sottosegretario Guido Bertolaso quelli che si sono resi protagonisti degli incidenti a Chiaiano sono «gli stessi che per un anno hanno impedito di risolvere la vergognosa situazione di Napoli che ha fatto il giro del mondo e che ieri hanno mandato avanti centinaia di manifestanti contro poliziotti e carabinieri cui va tutta la mia solidarietà, con caschi e scudi di plexiglas per poi dire che sono stati picchiati». La situazione, dice ancora Bertolaso, è invece chiarissima: «i manifestanti e i loro rappresentanti sanno che c’è stata trasparenza fin dall’inizio e fino in fondo; hanno partecipato a tutte le fasi e i loro tecnici hanno assistito a tutte le indagini hanno preso visione di tutte le analisi e hanno partecipato alla conferenza dei servizi». Dunque, la loro è una protesta «senza argomenti, strategia del no che non ha pagato, non paga e non pagherà». Poi il sottosegretario rilancia: «il tempo delle chiacchiere è finito: andiamo avanti per risolvere il problema, con la collaborazione di tutti i cittadini onesti della Campania». Ma ieri sera un gruppo di circa duecento manifestanti ha tenuto un’assemblea pubblica al crocevia tra Chiaiano e Mugnano e ha bloccato nuovamente il traffico. Problemi arrivano anche dalla ditta Pescatore che aveva vinto l’appalto per la bonifica della cava del poligono e che giovedì è stata sospesa dalla struttura di Bertolaso. Secondo lo staff del sottosegretario si era aggiudicata la gara presentando un’offerta al ribasso, ma subito dopo aveva chiesto un aggiornamento prezzi. L’istanza non è stata giudicata fondata e perciò l’attività dell’azienda è stata sospesa. Già è stata chiesta la certificazione necessaria per l’assegnazione dell’appalto alla impresa che al momento della gara era risultata seconda. Secondo lo staff di Bertolaso il cambio di mano non comporterà rilevanti ritardi e già domani i lavori potrebbero essere riaffidati. La situazione della cava e la bonifica in corso sono un tema estremamente caldo: sabato i manifestanti hanno chiesto di potervi accedere, di fronte al no delle forze dell’ordine hanno cercato di forzare il blocco lanciando anche pietre e petardi e hanno ricevuto in risposta una carica e il lancio di lacrimogeni. Ieri il sindaco Perrotta è tornato sul tema dell’accesso alla discarica (che è presidiata dai militari ed è stata dichiarata, come tutte le altre, sito d’interesse nazionale) sostenendo: «Sono pronto a puntare l’indice contro gli eccessi di chi, tra le migliaia di persone perbene che hanno manifestato pacificamente, ha voluto forzare il clima provocando uno scontro di cui avremmo fatto volentieri a meno. Ma con altrettanta onestà intellettuale punto l'indice anche contro il sottosegretariato: ho letto dichiarazioni nelle quali si dice disponibile da sempre a far accedere le rappresentanze istituzionali. Ma che senso ha permettere a me di entrare nella cava se poi mi si proibisce di farmi accompagnare dai miei tecnici di fiducia?». Il sindaco, dunque, vorrebbe accedere alla cava con i tecnici di sua fiducia, lo staff di Bertolaso conferma la disponibilità a organizzare la visita, già manifestata all’indomani della richiesta avanzata dal sindaco il 3 settembre, ma dice no agli esperti. E questo mentre il comitato antidiscarica ribadisce: «È chiaro che la manifestazione si era prefissa lo scopo di far entrare una delegazione di cittadini proprio alla fine del corteo per un ovvio valore simbolico: il territorio di Marano e Chiaiano è dei cittadini, di chi lo vive, e non può essere espropriato alla democrazia con gli eserciti! In più avevamo sfidato Bertolaso ad aprire finalmente un confronto pubblico e trasparente sulle alternative concrete a un piano rifiuti che è un crimine sociale e ambientale. Ma anche su questo sono del tutto indisponibili».