Nuovo allarme dopo via Vernieri nell’area di Cupa Siglia spuntano pezzi di artiglieria dell’ultima guerra Allertati carabinieri ed artificieri

Ordigni bellici nell’area del termovalorizzatore

La zona non è a rischio evacuazione: disabitata
25 settembre 2008 - Petronilla Carillo
Fonte: Il Mattino Salerno

La tomba etrusca ritrovata nel cantiere del termovalorizzatore. Dopo le tombe, le bombe. Altre bombe. L'area individuata dall'amministrazione comunale per la realizzazione del termovalorizzatore sembra essere maledetta. Quando ieri mattina gli operai della Gea (la ditta addetta alla bonifica dell'area) hanno iniziato a sondare il terreno, i loro sofisticati rilevatori sono impazziti. Con le dovute accortenze hanno iniziato a lentamente ulteriori rilievi fino alla scoperta: quattro granate, tre ad alta esplosione e una ad azione perforante scoppiante. Insomma, altri quattro ordigni ad alto potere esplosivo. Il ritrovamento è avvenuto nell'appezzamento di terreno che si trova proprio di fronte all'area dove sono state portate alla luce anche delle tombe etrusche. In aperta campagna, per fortuna. «Secondo quanto abbiamo potuto verificare - spiegano Fabrizio e Luca Comparini, responsabili della Gea - si tratta di pezzi di artiglieria esplosi, probabilmente, dai cannoni degli aerei alleati. Abbiamo immediatamente sospeso i lavori e allertato i carabinieri di Salerno e gli artificieri del XXI Reggimento Genio Guastatori di Caserta». Due delle quattro granate hanno una lunghezza di 105 millimetri; le altre due, rispettivamente di 88 e 75 millimetri, Quest'ultima, sarebbe proprio la più pericolosa ma anche l'unica che potrebbe non contenere più esplosivo. «Dobbiamo ovviamente attendere gli artificieri per sapere con esattezza come stanno le cose - prosegue Fabrizio Comparini - Qualsiasi ipotesi potrebbe essere azzardata ma, ad una prima impressione, sembra che le quattro spolette siano in pessime condizioni: rovinate, arrugginite e rotte. Questo rende gli ordigni ancora più pericolosi». A meno di quindici giorni dall'ultimo ritrovamento bellico, il sottosuolo salernitano restituisce altri ordigni. Questa volta, per fortuna, accade in aperta campagna, in una zona attraversata soltanto da una strada provinciale. La prima abitazione si trova, difatti, soltanto a 400 metri di distanza. Per il disinnesco, dunque, le operazioni dovrebbero essere meno fastidiose per la popolazione civile. Saranno comunque gli artificieri, nella giornata di oggi ad esprimere il verdetto e stabilire le modalità del disinnesco. E anche i tempi: gli esperti militari devono prima studiare gli ordigni e poi stabilire quale possa essere la procedura più adatta. Un primo sopralluogo è già stato effettuato nella giornata di ieri, l'esito per il momento è riservato. Bisogna difatti procedere con il "solito" protocollo ed avvisare anche le autorità competenti: in primo luogo il prefetto Claudio Meoli e il sindaco Vincenzo De Luca. Tutto ciò potrebbe anche ritardare i programmi del primo cittadino il quale spera sempre di portare a termine l'opera di realizzazione del termovalorizzatore in tempi rapidi. Per ora 'è uno stop forzato ai lavori. Anche a quelli di bonifica dell'area. Per il momento, difatti, è stata controllata dagli sminatori soltanto una parte di terreno che andrà ad ospitare l'impianto. Nei paraggi potrebbero esserci altri ordigni. Volendo difatti ipotizzare un virtuale traiettoria, finora le bombe più pericolose sarebbero state ritrovate tutte lungo lo stesso asse: quello che dalla zona orientale porta al centro, passando per la Lungoirno, dove è stata realizzata la cittadella giudiziaria. A questo punto l'ipotesi di realizzare una mappatura dell'intera città per individuare i punti a rischio potrebbe diventare una reale esigenza.

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