Scorie, maxisequestro da 2,5 milioni

Un sequestro per un ammontare di 2 milioni e mezzo di euro, per false fatturazioni nel settore dei rifiuti, è stato eseguito su disposizione della Procura della Repubblica di Napoli in seguito allo sviluppo delle indagini nei confronti di due imprenditori, Giovanni e Cuono Pellini. I due indagati erano stati arrestati nel gennaio 2006 nell’ambito della stessa inchiesta che portò in carcere cinque persone, altre otto ai domiciliari e al sequestro di diverse strutture per il trattamento di rifiuti non urbani in provincia di Napoli. L’indagine aveva accertato un giro di smaltimento illegale di rifiuti pericolosi, tra cui diossina e residui cancerogeni in Campania, con un fatturato illecito di 27 milioni di euro. In tre anni era stato trattato oltre un milione di tonnellate di materiale. I Pellini sono attualmente imputati nel procedimento per associazione per delinquere, disastro ambientale, traffico illecito organizzato di rifiuti, falso in atti pubblici, emissione e utilizzazione di fatture per operazioni inesistenti. Secondo l’accusa, i rifiuti, provenienti da grandi aziende del Nord, venivano intermediati dalle società del gruppo Pellini e poi smaltiti in siti del napoletano. Indagini del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, che hanno svelato la tecnica collaudata del «giro di bolla», che consentiva di trattare rifiuti solo in modo documentale. In Campania venivano così smaltiti gli scarichi prodotti da colossi del nord, come la Decoindustria di Cascina, la Nuova Esa di Marcon e Servizi costieri di Marghera. Venivano «intermediati» solo da un punto di vista cartolare dalle società del gruppo Pellini e poi smaltiti nei sidi di Pozzolana Flegrea (Bacoli e Giugliano) e della Igemar (Qualiano). Gli indagati emettevano anche false fatturazioni per l’ammontare di svariati milioni, in parte annotate anche nei libri contabili.