LE RIVELAZIONI SULL’INCHIESTA, GICO A CASA DI UN GIORNALISTA E DI UN COLLABORATORE

Clan e rifiuti, perquisizioni all’Espresso

Il settimanale: i giudici non riusciranno a intimidirci con queste azioni spettacolo
Cosentino: sotto tiro perché il Pdl ha chiuso la fase d’emergenza
21 settembre 2008 - giu.cri.
Fonte: Il Mattino


I finanzieri del Gico di Napoli hanno bussato alla sua porta alle 7 di ieri mattina. Avevano tra le mani un decreto di perquisizione firmato dai magistrati della Procura di Napoli, che hanno esibito al giornalista Claudio Pappaianni. La perquisizione domiciliare è stata decisa nell’ambito delle indagini disposte all’indomani degli articoli pubblicati sul settimanale «L’Espresso» che hanno puntato i riflettori sui presunti intrecci tra rifiuti, camorra e politica in Campania. Pappaianni - che non risulterebbe indagato per rivelazione di segreto istruttorio - è un collaboratore dell’«Espresso» che ha firmato alcune settimane fa un servizio in cui si faceva riferimento allo scandalo della mancata bonifica delle aree campane investite dalla emergenza rifiuti. I militari della Finanza hanno sequestrato il pc del giornalista ed un computer portatile della moglie. Ieri la Finanza ha perquisito anche l’abitazione di un giornalista dell’Espresso: si tratta di Emiliano Fittipaldi, che con il vicedirettore Gianluca Di Feo ha firmato i recenti pezzi in cui si fa riferimento a nomi di politici che sarebbero coinvolti nell’inchiesta della Dda di Napoli. Immediata la reazione del settimanale. L’Espresso - si legge in una nota diffusa dalla sua direzione - «non si farà intimidire da spettacolari e gravi iniziative della magistratura tese a limitare la libertà di informazione». Il Cdr dell’«Espresso» parla invece di «massima preoccupazione» in relazione alle nuove perquisizioni, che seguono quelle di alcuni giorni fa disposte presso le abitazioni di Di Feo e Fittipaldi. E solidarietà ai tre giornalisti viene espressa dai presidenti dell’Assostampa Campania, Enzo Colimoro, e dell’Unione Cronisti della Campania, Renato Rocco. Da Telese Terme, dove partecipava alla festa del Pdl, ha fatto sentire la sua voce anche il sottosegretario all’Economia Nicola Cosentino, il cui nome è stato fatto in un articolo dell’Espresso a proposito dei presunti intrecci tra criminalità organizzata e politica. «Probabilmente la politica che cerca di cambiare un sistema di potere bloccato che ha portato la Campania agli ultimi posti in Italia non va giù a qualcuno che cerca di lottare il cambiamento con mezzi non assolutamente adeguati», ha affermato. «Noi del Pdl - ha concluso il sottosegretario - abbiamo veramente combattuto la criminalità, in ogni sua forma, abbiamo messo in campo, alle elezioni politiche, prefetti e questori per cambiare la società, rispetto alle forze della conservazione che hanno consegnato Napoli e la Campania a un sistema di potere bloccato portando la regione alle ultime posizioni in Italia».

 

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