Asa senza soldi, il collasso è vicino
Terremoto all’Asa: la società è vicina al collasso ed annuncia lo stop della raccolta dei rifiuti a partire dal 29 settembre prossimo. Ventinove dei trentadue comuni consorziati non hanno ancora sottoscritto il nuovo contratto con cui si affida alla società del presidente Romano il compito di raccolta dei rifiuti. L’azienda di viale Italia è in difficoltà anche per il pagamento delle spese quotidiane come il carburante per i mezzi impegnati nel servizio di raccolta e spezzamento di Avellino e degli altri comuni. Senza contare i debiti nei confronti di numerosi fornitori e il rischio, quanto mai concreto, di non riuscire a garantire gli stipendi dei 260 lavoratori e il pagamento delle tasse. La questione ha assunto dimensioni enormi, diventando complessa, delicata e, soprattutto preoccupante: l'Asa rischia il fallimento. Ma come è possibile che un'azienda con un fatturato annuo che si aggira sui 15 milioni di euro che, tra l'altro, ha chiuso in attivo l'ultimo bilancio sia in una situazione così disperata? «Semplice - evidenza il presidente Angelo Romano -: vantiamo crediti di circa 5milioni e mezzo di euro, gran parte dal Cosmari (circa 2milioni e 700mila euro), ma anche da alcuni comuni del bacino». Un appello rivolto anche ad Antonio Guarino, non solo nella sua veste di presidente del Cosmari, ma anche di sindaco di Solofra. E' proprio questo Comune, guidato dal massimo esponente del consorzio, uno dei centri esposto nei confronti dell'Asa, insieme a Mercogliano (900mila euro) ed Atripalda. Quest'ultimo ha versato, al Cosmari, una parte dei compensi dovuti per il servizio avviato nello scorso mese di gennaio. Fondi che, però, sono stati deviati solo in piccola parte, 50mila euro, verso le casse dell'Asa. Ci sono poi casi di comuni minori, come Sant'Angelo a Scala, che non versano la propria quota da oltre due anni. Si tratta di cifre contenute, ma la situazione è l'emblematica dimostrazione di un sistema che fa acqua da tutte le parti. «Così - continua Romano - non possiamo più andare avanti. Personalmente sono fortemente preoccupato per il futuro di quest'azienda. Abbiamo fatto pervenire al Cosmari - continua il presidente - numerose segnalazioni e sollecitazioni». La condizione, però, non è cambiata. Anzi, è volta al peggio da quando, con la stipula di nuovi contratti, alcuni comuni, Avellino su tutti, versano la loro quota direttamente al Cosmari. Intanto, nelle prossime settimane, rischiano di prodursi già i primi effetti di qesta crisi. Dalla fine di questo mese, infatti, la società metterà in atto misure drastiche. «Saremo costretti - aggiunge Romano - ad interrompere il servizio presso i comuni che ancora non avranno sottoscritto il nuovo contratto con Cosmari e Asa (un contratto che avrebbe garantito la stessa Asa anche con la scomparsa, annunciata per novembre, dei consorzi, ndr) e ad avviare la procedura di mobilità per 36 lavoratori dei comuni non contrattualizzati». Una situazione che, dunque, rischia di esplodere da un momento all'altro. «Siamo un'azienda - conclude Romano - pulita e moralmente sana, oltre che risanata nei bilanci e con molti investimenti fatti negli ultimi anni. Tutto questo, però, sembra non bastare. Non so quale destino sia stato riservato all'Asa: intravedo un disegno ben preciso ai suoi danni. E sono fortemente preoccupato. Fin quando ne avrò la forza, però, lotterò per questa società e per il futuro di 260 famiglie».