Invaso dai sacchetti anche il centro comunale per la raccolta differenziata Scontro sulle responsabilità

Aversa ripiomba nell’incubo «Qui la crisi non è mai finita»

Cumuli di immondizia davanti alle scuole, i commercianti pronti a chiudere
17 settembre 2008 - Enza Picone
Fonte: Il Mattino Caserta

Ottocento tonnellate di rifiuti che giacciono sulle strade fanno sprofondare Aversa nell’incubo. Una situazione drammatica dovuta, questa volta, non alle difficoltà di smaltimento ma all’agitazione dei dipendenti dell’ex consorzio Ce2 che non hanno ancora percepito lo stipendio di agosto e che, da una settimana, hanno incrociato le braccia. Il risultato è una città in ginocchio. I cumuli di rifiuti non hanno risparmiato nessuna zona: in via Corcione davanti al liceo classico «Cirillo» e al primo circolo didattico; in via Magenta, dove si trova un’altra scuola, il liceo artistico, i marciapiedi - su cui è diventato praticamente impossibile transitare - sono invasi da una montagna di spazzatura alta un metro; piazza Vittorio Emanuele è diventata una discarica; in viale kennedy, gli esercizi commerciali sono aperti su un odore nauseabondo; il centro per la raccolta differenziata, in piazzetta Don Peppe Diana, proprio di fronte alla casa comunale, è stracolmo e chiuderà i battenti. L’arrivo dell’Esercito, nella giornata di ieri, ha solo in parte modificato la situazione. «I sette camion - spiega l’assessore all’ambiente Guglielmo Moschetti - sono riusciti a raccogliere solo 25 tonnellate in via Michelangelo e via Garofano. Altri mezzi di una ditta privata, messi a disposizione dalla struttura commissariale, sono intervenuti su viale Europa, raccogliendo circa 60 tonnellate. Un quantitativo, comunque, insufficiente rispetto alla giacenza e considerato che la città produce quotidianamente novantacinque tonnellate di rifiuti». I mezzi e gli uomini dell’Esercito interverranno nuovamente nella giornata di oggi. «Stiamo pagando - commenta il consigliere comunale di Rifondazione comunista - le inefficienze del passato. Ci sono evidenti responsabilità da parte di quei comuni che, non pagando l’ex consorzio GeoEco, hanno contribuito a determinare la mancanza di liquidità che impedisce di pagare i dipendenti. Gli operai addetti alla raccolta dei rifiuti non sono che l’ultimo anello di una lunga e perversa catena. Chi ha responsabilità amministrative, è ora che faccia un esame di coscienza e prenda gli opportuni provvedimenti». Intanto, i commercianti, in segno di protesta per una situazione arrivata ben oltre la soglia di sopportazione, preparano una serrata. «Paghiamo - dice il presidente dell’Ascom Franco Candia - tasse per servizi che non ci vengono resi. Siamo costretti a ricorrere a ditte private, pur di assicurare un minimo di decoro alle nostre attività commerciali». Sulla stessa lunghezza d’onda Maurizio Pollini di Confesercenti che si fa promotore anche di un consiglio comunale aperto. «Sono incalcolabili - dice - i danni economici, alla salute e d’immagine provocati da una situazione emergenziale, che, di fatto, non è mai finita».

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