Raccolta a singhiozzo per le vertenze delle ditte e dei consorzi di bacino Vertice in Prefettura

Rifiuti, stop ai camion: dipendenti denunciati

I lavoratori senza stipendio della Igica lasciano la spazzatura in strada: interruzione di pubblico servizio
17 settembre 2008 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Consorzi rifiuti e mezzi a disposizione I dipendenti della Igica lasciano la spazzatura in strada a San Giorgio a Cremano, e l’azienda li denuncia alla Procura della Repubblica per interruzione di pubblico servizio. Le acque sul fronte della raccolta dei rifiuti, e della gestione dei consorzi di bacino, continuano a essere agitate. Ieri si è tenuta a Caserta una riunione per risolvere il problema del consorzio Ce2: i lavoratori dalla fine della scorsa settimana si rifiutavano di lavorare perché non è ancora arrivato lo stipendio di agosto. Per protesta avevano anche bloccato il deposito con i camion. I fondi, però, ieri sono stati accreditati e i dipendenti hanno avuto assicurazione dal gestore del consorzio unico, Alberto Stancanelli, che saranno pagati nei primi giorni della prossima settimana. Nel corso dell’incontro è stato anche annunciato che i Comuni con più di 15 mila abitanti, potranno appaltare la raccolta della spazzatura indifferenziata a imprese private lasciando ai consorzi (che hanno raggiunto in Campania la cifra record di 12 mila dipendenti) la sola raccolta differenziata. I conti dell’emergenza rifiuti continuano a salire. Resta sospesa, per il momento, la questione del bacino Napoli 5: nei prossimi giorni dovrebbe essere reso noto il nome del nuovo commissario ad acta. Intanto si lavora al passaggio dei 360 lavoratori all’Asia previsto dall’ultima ordinanza del governo. Ma le posizioni tra sindacati e azienda restano distanti. I dipendenti del consorzio, infatti, hanno un inquadramento di un livello più alto rispetto a quelli della municipalizzata. «Se si applicheranno le norme sul passaggio di cantiere che prevedono il mantenimento dell’inquadrameno e dell’anzianità, non ci saranno problemi. Altrimenti ci opporremo con tutte le nostre forze», spiega Mimmo Merola della Filas-Confsal. Il presidente dell’Asia, Pasquale Losa, però, sostiene: «Non possiamo permettere che nell’ azienda ci siano lavoratori che a parità di funzione abbiano livelli e e retribuzioni diverse». In ogni caso l’assorbimento del bacino 5 costerà all’Asia (e quindi al Comune di Napoli) almeno venti milioni di euro all’anno. Nodi difficili da sciogliere. Anche a San Giorgio, infatti, dietro lo stop alla raccolta c’è il passaggio dei dipendenti dalla società Mita, che ha gestito fino allo stesso anno la raccolta, all’Igica, e l’esclusione di sette lavoratori. Quando la Mita è fallita, infatti, il servizio è stato affidato alla società pubblica del Comune di Caivano. Nel capitolato d’appalto si prevedeva il passaggio di cantiere di 76 lavoratori. Successivamente si è scoperto, però, che dall’elenco mancavano sette nomi e si è aperta una trattativa per far rientrare anche questo dipendenti nella lista. Come sia nato l’errore non è ancora chiaro. Ma la tensione è continuata a salire e ieri c’è stato lo stop del servizio. «Agli operai non è stata data la possibilità di cambiarsi», dice Francesco Napolitano della federazione italiana lavoratori ambiente e servizi. Ma la giustificazione non ha convinto l’azienda. L’impresa sostiene che il posto di lavoro è stato abbandonato senza giustificato motivo, i dipendenti non hanno provveduto a ripulire la città nella notte tra lunedì e martedì. Perciò è partita la denuncia per interruzione di pubblico servizio. Contemporaneamente sono partite due segnalazioni, una alla struttura del sottosegretariato per l’emergenza rifiuti e l’altra alla prefettura.

Powered by PhPeace 2.7.16