Ipotesi concussione accanto al favoreggiamento e alla corruzione

Clan e rifiuti, minacce di morte al pentito

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13 settembre 2008 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino Caserta

Almeno due differenti fascicoli processuali, forse addirittura tre. Episodi diversi che ruotano, però, attorno al settore dello smaltimento dei rifiuti in tutte le sue derivazioni. E almeno tre - corruzione, concussione e favoreggiamento della camorra - sono le ipotesi di reato per le quali il sottosegretario Nicola Cosentino è stato iscritto nel registro degli indagati dalla Procura di Napoli. Vicende complesse, nelle quali si mischiano e si confondono i rapporti, non tutti ancora riscontrati, con il consorzio di bacino Ce4, con i fratelli Orsi e con Gaetano Vassallo, con il Commissariato di governo per l’emergenza rifiuti. Sono queste frequentazioni ad aver determinato, e non da ora, l’interesse della Dda per le sue attività e le sue amicizie. Il verbale nel quale Vassallo accusa il sottosegretario di aver avallato la «politica dello smaltimento» del clan dei Casalesi e di aver preso soldi dai fratelli Orsi (50 mila euro in una busta gialla, ha detto l’imprenditore di Cesa) è del 28 agosto scorso e, al momento, sarebbe ancora privo di riscontro. Sergio Orsi, che da luglio vive in una località protetta, non avrebbe finora fatto dichiarazioni di particolare interesse per la Dda di Napoli, che continua a considerarlo, infatti, solo un imputato-testimone che ha reso dichiarazioni utili alla sua difesa e nulla più. Il nome di Nicola Cosentino compare però, anche, nei verbali di Michele Orsi, ucciso l’1 giugno scorso a Casal di Principe, e del fratello Sergio: a loro dire, sia lui, sia l’allora ministro delle Comunicazioni Mario Landolfi, avrebbero chiesto e ottenuto posti di lavoro assicurati dalla società Ecoquattro e dallo stesso consorzio Ce4. Molto più di semplici scambi elettorali, ha ipotizzato la Dda di Napoli, che per questo ha chiesto il rinvio a giudizio di Landolfi. Si tratta di fatti raccontati tra luglio del 2007 e gennaio del 2008, data dell’ultimo interrogatorio di Michele Orsi che aveva anche aggiunto di essere stato praticamente costretto ad assecondare le richieste dei politici, favori che non poteva rifiutare. Ma il leader campano di Forza Italia comparirebbe anche in un’altra vicenda, già accennata nell’inchiesta del gennaio del 2006 che aveva portato all’arresto dell’avvocato di Parete Cipriano Chianese; vicenda per la quale il pm Alessandro Milita aveva chiesto anche l’arresto dell’ex subcommisario Giulio Facchi, rigettato dal gip Umberto Antico. Oggetto di nuovo e recentissimo approfondimento è la gestione delle cave X e Z, discariche abusive di località Scafarea, a Giugliano, di proprietà della Resit (società di Chianese) e acquisite dal Commissariato di governo durante l’emergenza rifiuti del 2003. Gli impianti, invece, avrebbero dovuto essere chiusi e bonificati. Per l’attività di smaltimento la Resit aveva fatturato un importo di oltre 35 milioni di euro, per metà liquidati prima degli accertamenti della Procura. L’apertura delle due cave-discariche avrebbe avuto una sorta di nulla osta politico, trasversale alla maggioranza, sollecitato da Cipriano Chianese, vicino a Forza Italia. Grazie all’amicizia con alcuni esponenti del clan dei Casalesi, hanno raccontato i collaboratori di giustizia Raffaele Ferrara e Dario De Simone, Chianese aveva acquistato a prezzi stracciati terreni e fabbricati di valore, aveva ottenuto l’appoggio elettorale nelle politiche del 1994 (candidato nelle liste di Forza Italia, non fu eletto) e il nulla osta allo smaltimento dei rifiuti sul territorio del clan. Giulio Facchi era stato accusato di aver commesso una serie di falsi per agevolare la pratica Resit (la società di Chianese) e destinare a discarica due cave abusive. Nella stessa inchiesta comparivano anche Elio, Generoso e Francesco Roma, imprenditori del settore dei rifiuti coinvolti anche in altre indagini sulle ecomafie. Vassallo, che con Chianese ha inventato il sistema delle ecomafie mettendo in contatto i produttori di rifiuti con la camorra e trovando le aree dove smaltire le scorie industriali, ha iniziato a collaborare con la giustizia ad aprile. E ha parlato anche di loro.

 

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