L'ira de PM: così si compromette l'indagine

«Stupore e sconcerto, ma anche una comprensibile e più che giustificata irritazione». Reagisce così la Procura di Napoli alle anticipazioni dei contenuti di un articolo che sarà in edicola questa mattina sull’«Espresso» che riprende i verbali dell’inchiesta sui rifiuti tossici in Campania, ma soprattutto le confessioni di Gaetano Vassallo, l’uomo che per 20 anni ha gestito il grande affare per conto del clan dei casalesi. Nessuna dichiarazione ufficiale da parte del procuratore Giovandomenico Lepore. Ma al termine di un vertice convocato ieri proprio alla luce delle anticipazioni dell’articolo dell’«Espresso» emerge chiaramente l’irritazione dei pubblici ministeri per quella che definiscono «l’ennesima fuga di notizie che rischia di compromettere un’altra indagine molto delicata». Nello studio di Lepore, all’ottavo piano del palazzo di Procura, si sono riuniti i vertici della Direzione distrettuale antimafia e alcuni magistrati inquirenti titolari del fascicolo aperto proprio in seguito alle dichiarazioni dell’imprenditore Vassallo, che autoaccusandosi di molti reati ha iniziato a rendere dichiarazioni che potrebbero determinare un nuovo terremoto giudiziario in Terra di Lavoro. Dal fitto riserbo di questo summit blindato emerge tuttavia la linea imposta da Lepore e dal suo aggiunto Franco Roberti, che della Direzione distrettuale antimafia è il coordinatore. Quasi scontata l’apertura di un’indagine che ipotizza la violazione del segreto istruttorio.Non a caso nel corso della riunione di ieri c’è chi avrebbe ricordato come già in occasione dell’inchiesta su Calciopoli si sia corso lo stesso rischio di vanificare i risultati investigativi per le continue notizie che venivano diffuse proprio mentre l’indagine era nel vivo. In ogni caso questa mattina la Procura acquisirà l’articolo pubblicato sul settimanale. Ogni ulteriore valutazione verrà fatta alla luce dei suoi contenuti.