Cava di Chiaiano, operai a rischio.
NAPOLI. È racchiusa in due immagini la situazione attuale in cui versa la cava di Cinque Cercole.
La prima è quella di una ampia mole di materiale che gli uomini incaricati della bonifica stanno prelevando dall’invaso di tufo. Dal terreno sbancato nelle ultime settimane sono usciti cumuli di rifiuti. Alla spazzatura sepolta nell’ex poligono si mischiano pile di pneumatici, qualche vecchio elettrodomestico, materiale edilizio.
La stessa roba trovata lungo cupa del Cane, il sentiero che porta fino al Poggio Vallesana. Il disinquinamento dell’area, che dovrà accogliere 700mila tonnellate di spazzatura, è una procedura particolarmente complessa. Oltre all’immondizia indifferenziata bisogna ripulire il suolo dal piombo e dal cadmio, solo per citare alcune delle sostanze rivenute all’interno dell’alveo. Il filo spinato circonda lo spazio in cui si muovono senza sosta i bob – cat. La pala addenta il terreno e fa affiorare tutto ciò che in quantità più o meno grandi si trova nelle cave di Chiaiano. Dopo la primavera di proteste il regno delle ciliegie, delle castagne e dei funghi porcini sembra precipitato in una dimensione surreale. È una corsa contro il tempo superblindata per consentire l’allestimento della discarica (affidamento attraverso trattativa privata) entro le prime settimane dell’autunno.
Gli operai lavorano perfino di notte, protetti da decine di militari. La seconda immagine racconta della messa in sicurezza. In altre parole bisogna evitare che le pareti tufacee vengano giù. Pericolo evidenziato dai tecnici nominati dalle amministrazioni locali e dai comitati. In particolare il geologo Franco Ortolani aveva lanciato l’allarme sulle fratture presenti lungo le pareti e l’instabilità dei prismi rocciosi. Rischi destinati ad aggravarsi se sollecitati da mezzi meccanici. Le pareti saranno ricoperte con una rete metallica in grado di attenuare eventuali distaccamenti di roccia. Le immagini che pubblichiamo documentano, però, che proprio durante l’intervento di consolidamento del costone un operaio compia il lavoro al quale è demandato violando le norme sulla sicurezza sui luoghi di lavoro. Un uomo sale sul braccio meccanico che lo conduce ad un palmo dalla parete. Deve attaccare la rete. Peccato che, nonostante l’altezza elevata e la pericolosità del lavoro, non indossi né una tuta né un’imbracatura. Ha per fortuna il casco protettivo. Sotto il sole cocente si dà da fare a dorso nudo. Intanto i movimenti ambientalisti stanno varando il calendario delle nuove iniziative di dissenso che terranno banco a settembre per culminare nel “Jatevenne day”, previsto per il 27 dello stesso mese. Fa sentire la propria voce anche il presidente dell’associazione “Vento del Sud”, Raffaele Bruno: «La nostra battaglia non è solo contro la costruzione della discarica a Chiaiano, ma contro l’intero piano rifiuti voluto dal governo a dagli amministratori locali, incentrato su discariche ed inceneritori». Poi Bruno va giù duro: «Dopo aver accettato il confronto tecnico con il governo, ci siamo trovati militarizzati, espropriati della nostra terra.
Per questo abbiamo deciso di generalizzare la nostra lotta, entrando in azione in diversi punti della metropoli».