Trasferimenti previsti dall’ex campo Genova, da Flumeri e dal casertano E torna la paura per il Cdr

A Pianodardine quattromila ecoballe, via ai lavori

Previsto per domani l’avvio della realizzazione delle piazzole. I sindaci: «Irpinia pattumiera campana»
24 agosto 2008 - Michele De Leo
Fonte: Il Mattino Avellino

«Eravamo stati lungimiranti. Stanno facendo dell’Irpinia lo sversatoio della Campania: c’è bisogno di una reazione unitaria». Arriva dal sindaco di Prata, Tenneriello e da tutta la valle del Sabato (con lui sono d’accordo Montefredane, Manocalzati e Atripalda)il nuovo grido di allarme nei confronti di quello che tutti ormai definiscono «un attacco in piena regola alla provincia più piccola e virtuosa della regione». E se Pustarza di Savignano ormai è sversatoio regionale e a Pero Spaccone di Andretta si parla sempre più concretamente di progetto di piattaforma per lo smaltimento di rifiuti urbani e speciali, il Commissariato va avanti anche su Pianodardine. Le ecoballe stoccate a maggio, circa tremila, sono ancora lì e, nei prossimi giorni, ne arriveranno altre quattromila. Il Commissariato ha affidato ad una ditta del napoletano i lavori per il completamento delle sei piazzole previste da progetto. Domani, con ogni probabilità, il cantiere verrà aperto per consentire al sito, in tempi brevi, di ospitare le circa 500 ecoballe ferme nel piazzale di campo Genova e quelle stoccate presso la stazione di trasferenza di Flumeri. L’area attigua all’impianto Cdr dovrà accogliere circa 3000 ecoballe provenienti da un capannone del casertano, da liberare in tempi brevi per la realizzazione di un impianto di compostaggio. «Come amministratori - continua Tenneriello - ci opporremo in maniera forte ma non possiamo non constatare l'assoluta assenza della politica». Non usa mezzi termini il sindaco di Prata che, nei giorni scorsi, si è presentato in provincia con i colleghi della zona per discutere della situazione di un'area che ha già pagato dazio dal punto di vista dell'inquinamento ambientale. «Stiamo lavorando senza sosta - aggiunge - alla tutela di un'area su cui grava ancora il pesante carico del Cdr, nel cui piazzole sono stoccate da anni, e sotto sequestro, altre 9mila ecoballe, che qualcuno (il sindaco di Avellino, ndr) ha immaginato di poter trasformare in impianto di compostaggio. Ci batteremo con tutte le nostre forze contro questa soluzione che comprometterebbe ulteriormente gli equilibri ambientali». Sulla vicenda interviene anche l’ex presidente dell'Asa Antonio De Gisi. «L’ipotesi sciagurata di localizzare un impianto di compostaggio all’interno del Cdr - evidenzia - è tecnicamente sbagliata per i rischi che un cattivo utilizzo comporterebbe sulla popolazione della zona, ma, soprattutto, per quelli connessi alla certezza che l’impianto sarebbe destinato ad accogliere grossi quantitativi, diventando riferimento non solo della provincia o di parte di essa (il bacino dell'Av2 può già contare sulla struttura di Teora) ma di una grossa fetta di regione. Avellino e l’Irpinia andrebbero ulteriormente ad alleviare il peso della gestione rifiuti regionale, nonostante come provincia abbiamo fatto e stiamo facendo abbondantemente la nostra parte. Tra l’altro, le soluzioni che vengono assunte in periodo di emergenza non sono mai buone». E, mentre De Gisi si dice sicuro che gli amministratori sapranno far valere le ragioni della zona, Tenneriello rilancia la necessità di «una mobilitazione generale». Intanto, sulla polemica di una città capoluogo divenuta discarica sui territori di confine a causa, soprattutto, dei cittadini dei comuni limitrofi, De Gisi non nasconde il suo sdegno. «É una caduta di stile - afferma - è un’accusa che diventa il modo per mascherare evidenti lacune del sistema di raccolta differenziata».

 

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