Caserta

Ferrandelle, blitz dei no-discarica nel sito. E spuntano le bombe

Ancora tensione vicino al sito di stoccaggio nel casertano, a due passi da tre discariche. Alla fine c'è la tregua, ma il presidio non smobilita
3 febbraio 2008 - Adriana Pollice
Fonte: Il Manifesto

Tre granate di mortaio a cinque metri dalla vasca che dovrà accogliere i rifiuti. A trovarle i manifestanti che ieri presidiavano Ferrandelle, dove la nuova versione del piano De Gennaro prevede di allestire un sito di stoccaggio per circa 350mila tonnellate di immondizia. Cordone di sicurezza e lavori bloccati, la vasca impermeabilizzata a metà . La tensione cala all'improvviso, dopo due giorni di scontri tra la polizia e la popolazione, che rifiuta di veder crescere la quarta collina di rifiuti.
Come raccontato da il manifesto in anteprima ieri, in appena due kmq si trovano già tre discariche da tre milioni di tonnellate l'una - Maruzzella, Parco Saurino I e II (le ultime due sequestrate perché il percolato non era stato messo in sicurezza) - a cui si aggiungono un deposito di ecoballe da 95mila tonnellate e tre siti di trasferenza per il cdr di Santa Maria Capua Vetere. Il tutto a due passi dalla zona dove una ditta smaltiva ordigni bellici. Motivo per cui, da giorni, i manifestanti vedevano squadre in perlustrazione, alla ricerca appunto di possibili esplosivi. Il tutto nel mezzo di una zona agricola destinata a pascolo, foraggio e frutteti, in larghissima parte da bonificare, come previsto dal progetto finanziato dalla regione per lo sviluppo dell'agricoltura biologica.
E invece arrivano i rifiuti, la popolazione insorge. Cassonetti rivoltati, strade bloccate, presidi allestiti in poche ore. Di fronte le ruspe scortate dalla polizia e la pioggia che da venerdì rende tutto un pantano. Ieri lo scontro, con i manifestanti che irrompono sul sito passando dalle campagne, donne, uomini e ragazzini. La polizia carica, diversi contusi tra cui una bambina, feriti un ragazzo di 14 anni e un agente, ma prima che la situazione precipiti definitivamente si passa alla mediazione politica. I sindaci dei paesi interessati e i rappresentanti dei comitati ottengono l'impegno del questore e del prefetto di Caserta a farsi portavoce presso il commissario De Gennaro delle richieste degli abitanti: il drastico ridimensionamento del quantitativo di immondizia da sversare a 120 mila tonnellate provenienti dal casertano e non dal napoletano. Il presidio non verrà sgomberato in modo che la popolazione possa verificare il rispetto degli impegni. E sono ancora in 400 quando scende il buio. La tensione cala, una piccola vittoria, i ragazzi tornano a giocare a pallone sui teloni stesi per allestire la vasca.
«Chi fomenta le proteste si macchia di una grave responsabilità », dichiara il presidente della Provincia di Caserta, Sandro De Franciscis, rispondendo alle accuse di immobilismo rivolte dal centrodestra. Prosegue Bassolino: «Ci sono tanti cittadini onesti, ma c'è anche la camorra che ha sempre gestito i rifiuti tossici», ricordando un'inchiesta della magistratura secondo cui dal 1997 al 2000, grazie all'opera dei clan, sono state sversate, soprattutto in provincia di Caserta, un milione di tonnellate di rifiuti tossici provenienti dal nord. Il casertano è territorio dei Casalesi, nella zona di Ferrandelle lo scempio è andato avanti decenni tra discariche legali non a norma e illegali. Ora la popolazione dice basta, allo stato e all'antistato.

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