QUI SAVIGNANO

Padre Zanotelli accusa «È in atto uno scempio»

19 agosto 2008 - Vincenzo Grasso
Fonte: Il Mattino Avellino

Coordinamento Regionale Rifiuti a Savignano Irpino Savignano Irpino. Sono tutte valide le ragioni per continuare a dire "no" alle nuove discariche e agli inceneritori in Campania. Lo hanno ribadito a Piazza Magone di Savignano Irpino, davanti a centinaia di emigranti e residenti, i comitati ambientalisti di tutta la Regione Campania. Sono venuti appositamente da San Salvatore Telesino, Sant'Arcangelo Trimonti, Chiaiano, Pianura, Benevento, Procida, Napoli e Ariano Irpino. Per raccontare le proprie esperienze e per coordinare iniziative che vanno prese davanti alla magistratura. Sono stati proiettati anche due filmati: il primo che fa riferimento alle vicende dell'emergenza rifiuti nel Napoletano e il secondo che parla di Pustarza "prima" e "dopo" la realizzazione del nuovo sversatoio. Le conclusioni le ha tirate Padre Alex Zanotelli, che non ha mancato di attaccare direttamente la politica governativa sull'emergenza rifiuti. «Ci tenevo a ritornare qui - ha affermato - per portare solidarietà a questa gente che sta pagando un tributo alto per lo scempio ambientale subito. Si sta rovinando un ambiente splendido; venendo qui si capisce subito che tra non molto l'agricoltura non ce la potrà fare più, è destinata a fallire. Pongo però la questione in maniera globale. Prima di tutto sono profondamente contrario al decreto Berlusconi in materia di gestione dei rifiuti. E' assurdo ciò che si sta facendo; si racconta una delle più grandi balle alla gente. Alla povera Campania già distrutta e massacrata dalla camorra e dal mondo industriale del Nord, vengono imposte, con l'esercito dieci discariche e quattro inceneritori; è il colmo dei colmi. Ammesso che questi inceneritori funzioneranno, la Campania non avrà abbastanza rifiuti per utilizzarli appieno». Ma ci sono proposte da fare. Si può dire sempre no? Padre Zanotelli sostiene di avere una ricetta. «Chiediamo - ha precisato - ad ogni comune di arrivare al 70% della differenziata porta a porta. E' interesse delle stesse comunità locali fare questo, perché significa creare nuovi posti di lavoro e non realizzare nuove megadiscarica».

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