I due fidanzati in udienza Il ventiquattrenne ammette «È stato un attimo di follia» Continua la caccia al branco

Raid di Chiaiano: lui confessa, lei scarcerata

Bus dato alle fiamme, convalidato solo un fermo. Per la sociologa «mancanza di gravi indizi»
11 agosto 2008 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

È stata scarcerata dopo tre giorni trascorsi in cella, Francesca De Vita, 24 anni, la ragazza accusata di avere partecipato insieme al fidanzato Massimiliano Ranieri che di anni ne ha 29 al raid di Chiaiano del 4 agosto con l’assalto e l’incendio a un bus e al pestaggio dell’autista. Atto teppistico commesso per dire no alla discarica che aprirà a ottobre nel quartiere a nord di Napoli. Il gip ha ritenuto che per la De Vita ci fosse «carenza di gravi indizi». La ragazza, che è difesa dall’avvocato Pina Germano, si sarebbe limitata ad assistere a una fase terminale dell’incendio e avrebbe provato a fotografare il bus in fiamme. Ma non ha partecipato all’assalto. Ben più grave la posizione di Ranieri, difeso dall’avvocato Sergio Mottola, che invece avrebbe confessato ammettendo le proprie responsabilità nel raid che ha portato all’incendio del bus. Deve rispondere, in concorso con altri perché gli investigatori sono certi che quella sera ad assalire il bus ci fossero parecchie persone, di devastazione, saccheggio, violenza privata aggravata, danneggiamento aggravato e lesioni a incaricato di pubblico servizio. Ranieri - trapela - era da tempo intercettato, gli investigatori già prima dell’episodio incriminato lo avevano messo sotto osservazione. E durante un controllo hanno piazzato nella sua auto delle microspie attraverso le quali hanno avuto modo di capire quello che si stava organizzando. Avrebbero avuto modo di registrare frasi - dopo quel famoso 4 agosto - del tipo: «Se non fosse sceso dal bus avremmo dato fuoco anche all’autista». Ranieri però ora si sarebbe pentito sinceramente di quanto fatto. Ai giudici avrebbe detto che si è trattato di un momento di perdita di lucidità dovuto allo stress di giorni e giorni di tensione al presidio di Chiaiano quando c’era ancora la possibilità di intervenire presso le autorità per far evitare che a via Cupa dei Cani nella cava del poligono venisse installata una discarica. E che lui non è e non è mai stata una persona violenta. Ranieri avrebbe anche detto - sempre secondo la ricostruzione di queste ore - che se mai riuscirà a tornare in libertà presto la prima cosa che farà sarà quella di dire agli amici suoi di non fare più «fesserie» perché la discarica si farà e che comunque la violenza è meglio non praticarla. Il lavoro degli inquirenti però non si ferma qui, la caccia al branco che da settimane semina il panico nei pressi della futura discarica di Chiaiano è ancora aperta. Del resto questi episodi si susseguono da settimane e non sono esclusi a stretto giro di posta nuovi fermi. Sul gruppo di teppisti si indaga con insistenza dalla metà di luglio, dall’incendio dell’auto di Vittorio Ciccarelli (segretario particolare del sindaco Iervolino) e su altri episodi di intimidazione a carico delle forze dell’ordine, come il lancio di oggetti e bottiglie incendiarie contro militari e poliziotti.

 

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