Lepore: faremo ricorso violati i diritti del pm

«Una motivazione censurabile: ci sono profili di diritto che appaiono ignorati»
9 agosto 2008 - Leandro del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Le tappe dell'inchiesta Deluso, ma anche sopreso. Il procuratore Giovandomenico Lepore non nasconde il proprio stato d’animo, ma guarda in avanti e punta dritto al ricorso per Cassazione, in grado di sovvertire il dissequestro di beni e crediti vantati da Impregilo nei confronti degli enti locali: «Sono rimasto sorpreso, non lo nascondo, non me l’aspettavo. Ora farò ricorso per Cassazione. Il provvedimento del Riesame ci sorprende alla luce di quanto aveva stabilito la Cassazione». Stesso stato d’animo per Giuseppe Noviello, pm titolare dei più importanti fascicoli su commissariato e raccolta rifiuti assieme al collega Paolo Sirleo. Spiega Noviello: «Una motivazione censurabile, faremo ricorso per Cassazione, ci sono profili di diritto che appaiono violati». Il punto critico, a leggere le conclusioni del Tribunale del Riesame, si racchiude in quanto avvenuto lo scorso 24 luglio, nell’udienza a porte chiuse che ha visto contrapposti i due pm e il collegio difensivo capitanato dal professor Alfonso Maria Stile. La Procura ribadisce l’opportunità del sequestro di 750 milioni di euro, sostenendo l’ipotesi della truffa. Ecco come si esprimono in una memoria depositata al Riesame i due pm: «Quanto alla necessità di verificare se sussistono prestazioni lecite accanto ad altre illecite, va ribadito che il carattere unitario della prestazione dedotta in contratto, il quadro probatorio cristallizzato nell’ambito del giudicato cautelare, la sussistenza di condotte artificiose dirette a dissimulare ab origine e sistematicamente una gestione del ciclo rifiuti non solo non conforme al contratto ma anche in contrasto con la normativa ambientale, consentono di escludere con certezza che vi siano state prestazioni geneticamente e funzionalmente lecite, ovvero prestazioni lecite che hanno affiancato quelle illecite». Niente sconti, dunque, da parte del pool coordinato dall’aggiunto Aldo De Chiara: «Va escluso che vi sia stato mai un momento in cui la prestazione unitaria illecita si sia evoluta, nell’ambito della dinamica contrattuale, in una diversa e finalmente lecita attività». Una memoria nella quale non c’è traccia dei distinguo chiesti dalla Cassazione su attività lecite e illecite. E su cui la Procura è pronta a dare battaglia, ricordando che non spetta ai pm, ma al Tribunale in sede di Riesame svolgere o disporre accertamenti ulteriori. Sull’altro versante, il collegio difensivo aveva invece depositato una consulenza a firma del professor Sergio Sciarelli, la probabile spallata conclusiva al sequestro. Su questo punto, la Procura aveva chiesto al Riesame di poter discutere il rinvio della Cassazione dinanzi allo stesso collegio che si era espresso un anno fa sul sequestro; poi aveva chiesto un rinvio dell’udienza per poter approfondire il dossier Sciarelli depositato 24 ore prima dell’udienza. Richieste rigettate, il Tribunale 13 giorni dopo dice no al sequestro e mette in crisi un intero impianto accusatorio.

 

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