Guerriglia a Chiaiano, arrestati due teppisti ultrà

Bus in fiamme e botte all’autista, coppia di fidanzati incastrata dalle microspie. Ore contate per i complici
8 agosto 2008 - Leandro del Gaudio
Fonte: Il Mattino

Non appartengono all’area antagonista, non sono legati agli ambienti del crimine organizzato. Sono vicini alla tifoseria violenta, tanto che quando il bus è stato divorato dalle fiamme, hanno gioito ed esultato prima di lasciare la zona a bordo di un’automobile. Passaggi captati per intero dalle microspie delle forze dell’ordine, che hanno consentito di spiccare due arresti nel tardo pomeriggio di ieri, per l’incendio di un bus avvenuto a Chiaiano lunedì scorso: finiscono così in cella Massimiliano Ranieri, 29 anni, di Napoli, e Francesca De Vito, 24 anni, di Mugnano, ritenuti tra i responsabili dell’assalto incendiario al bus 164, ma anche di aver picchiato il conducente e di aver mandato in fumo un cassonetto della spazzatura. Eccoli, dunque, i (presunti) teppisti dell’area Nord, quelli della violenza contro la discarica. Stando a testimonianze raccolte sul posto, tra i due indagati ci sarebbe una relazione sentimentale. Incredulità tra i manifestanti quando la notizia del doppio arresto è cominciata a trapelare, specie per il fermo della ragazza: Francesca De Vito si sarebbe limitata ad assistere a una fase terminale dell’incendio e avrebbe addirittura provato a fotografare il bus in fiamme. Dinamiche ancora da approfondire, nel rispetto del principio di innocenza dei due indagati fino ad un’eventuale prova contraria. In tempi record, dunque, ci sono i primi due nomi, ma gli inquirenti hanno già individuato gli altri componenti del «branco» che da settimane semina il panico nei pressi della futura discarica di Chiaiano. Possibili nelle prossime ore nuovi arresti, nuovi fermi. I due ragazzi sono stati bloccati ieri dalla Digos del dirigente Luigi Bonagura in via Chiesa di Polvica (al termine di un’attività di ampio respiro coordinata dal questore vicario Giovanni Fiorentino), non lontano dal luogo in cui lunedì scorso è stato consumato l’assalto incendiario al bus, nei pressi dell’abitazione di Massimiliano Ranieri. Rispondono (in concorso con altri) di devastazione, saccheggio, violenza privata aggravata, danneggiamento aggravato e lesioni a incaricato di pubblico servizio. Su di loro, sul gruppo di ultra e teppisti della zona, si indaga con insistenza dalla metà di luglio, dall’incendio dell’auto di Vittorio Ciccarelli (esponente dello staff del sindaco Iervolino) e su altri episodi di intimidazione a carico delle forze dell’ordine, come il lancio di oggetti e bottiglie incendiarie contro militari e poliziotti. Una strategia finalizzata ad impedire la realizzazione della discarica nella zona delle cave, secondo i piani che in questi giorni il sottosegretario Bertolaso sta portando a termine. La polizia li teneva d’occhio da diversi giorni e la svolta delle indagini è arrivata grazie a un’intercettazione ambientale. L’esultanza, il commento, le parole di conforto reciproco sarebbero state captate in diretta. I due ragazzi sarebbero stati inchiodati dalle loro stesse parole, dai commenti confusi e a tratti esagitati, dal rincorrersi di voci ed emozioni differenti. Tutto puntualmente ascoltato in tempo reale. Ora la parola passa al titolare del fascicolo sugli scontri di Chiaiano, il pm del pool antiterrorismo Giuseppe Narducci. L’inchiesta è a una svolta. Forte è la convinzione che il branco di ultras fosse in procinto di sferrare nuovi colpi, di organizzare nuovi assalti, prendendo di mira luoghi, cose e persone, simbolicamente da ricondurre a politica e amministratori cittadini. Dai primi contatti tra inquirenti e indagati, non è emerso fervore ideologico, ma gli inquirenti puntano l’indice contro logica della forza, dello scontro violento, che dallo stadio si sarebbe trasferito alle discariche.

 

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