«Zona franca, esclusi dalla Regione»
«Qualcuno alla Regione dovrà spiegarci com'è che il 21 luglio, data ultima per la presentazione dei progetti per l'istituzione delle zone franche comunali, c'erano solo altre due domande oltre quella di Aversa e, alla fine, ce ne siamo ritrovati oltre venti con il nostro progetto scartato». Rosario Ippone, ex assessore comunale, già vice presidente GeoEco e attuale responsabile cittadino del Nuovo Psi, non riesce a capacitarsi sulle motivazioni che hanno portato la Regione a escludere Aversa dai finanziamenti per l'istituzione nelle aree degradate del Mezzogiorno delle Zone franche urbane (Zfu) e promette guerra nei confronti della Regione colpevole, a suo avviso, di aver "scippato" una possibilità di sviluppo alla città normanna. Dopo aver ricordato che l'iniziativa era nata per rivitalizzare la zona del Seggio, l'arteria commerciale del centro storico cittadino, ormai in declino costante, Ippone continua: «Il 18 luglio, io e l'assessore Rotunno ci siamo recati alla regione per depositare il nostro progetto e lì abbiamo scoperto che gli uffici regionali non erano nemmeno a conoscenza dell'iniziativa voluta dal Cipe. Abbiamo fornito loro il bando e siamo tornati il 21 luglio successivo per depositare il progetto. In quel momento, ultimo giorno per la presentazione, abbiamo notato che erano state protocollate solo altre due domande. Al termine dell'esame delle domande abbiamo appreso che ve ne erano altre venti. Da dove sono venute fuori? E perché Aversa è stata esclusa visto che ci era stato detto che il nostro progetto aveva tutti i requisiti?». Da qui la decisione di dare vita ad un'interrogazione in consiglio regionale attraverso il consigliere socialista del Nuovo Psi Massimo Grimaldi e di chiedere al sindaco di Aversa, l'azzurro Mimmo Ciaramella, di ricorrere contro l'esclusione. Una richiesta alla quale il primo cittadino normanno ha immediatamente aderito, promettendo una formale opposizione all'esclusione del progetto aversano. Giudizi negativi sulla vicenda sono venuti anche dai rappresentanti dei commercianti cittadini. In primo luogo Vittorio Scaringia, responsabile del consorzio «Le Botteghe del Seggio», Franco Candia per l'Ascom e Maurizio Pollini per la Confesercenti condannano all'unisono l'esclusione del progetto aversano che aveva come obiettivo primario la rivitalizzazione del tessuto socio-economico di una delle zone aversane maggiormente copite dalla crisi del commercio. Un'arteria, una volta la strada commerciale per antonomasia, che si sta desertificando ogni giorno di più con negozi che chiudono per sempre le serrande. Una zona che aveva tutti i requisiti richiesti per l'istituzione della Zfu, ossia: una dimensione demografica minima di 7500 abitanti e la soglia massima di 30 mila abitanti, essendo individuate fra le aree urbane e i quartieri caratterizzati da particolari svantaggi sotto il profilo socio-economico e da un marcato bisogno di strategie e interventi per lo sviluppo produttivo e l'occupazione. Quasi una sorta di "vestito" per questo quartiere cittadino.