RIFIUTI La polizia ferma gli autobus, ma in 150 riescono ad arrivare. «Porteremo la nostra protesta ovunque»

E il premier trova ad accoglierlo i comitati di Chiaiano

2 agosto 2008 - Adriana Pollice
Fonte: Il Manifesto
Sotto il sole a picco sono in trenta a eludere la sorveglianza. Si tratta dell'avanguardia del gruppo di circa 140 manifestanti arrivati in pullman da Marano e Chiaiano, bloccati dalla polizia a piazza Municipio: «Ci hanno scortato lungo tutta la strada e poi ci hanno tenuto in ostaggio - racconta Mario Vinci, del presidio di poggio Vallesano - per non farci raggiungere l'ingresso del porto prima dell'arrivo di Berlusconi». Stessa sorte per quelli che cercano di riunirsi ai manifestanti da via Toledo, bloccati all'uscita dalla funicolare. L'ordine è di non rovinare l'effetto scenografico al premier in parata verso la stazione marittima. Ma i dimostranti, a piccoli gruppi, si tolgono le magliette con la scritta «no alla discarica», arrotolano le bandiere ed eludono la sorveglianza. Arrivano alla spicciolata alle transenne che delimitano l'accesso alla riunione ufficiale, un centinaio di compagni resta compatto per raggiungerli in corteo, vengono fermati di nuovo all'altezza del Teatro Mercadante, «non potete passare se non arriva prima il presidente del consiglio» ribadiscono i poliziotti. Una nuova fuga lungo le stradine laterali rende vano il blocco. Le donne e gli uomini del presidio arrivano in tempo per vedere Berlusconi sfilare da un corridoio laterale. Al sindaco di Marano, invece, l'accesso è dovuto: ufficialmente invitato alla riunione, fa il suo ingresso rigorosamente in giacca ma, sotto, mostra alla stampa la maglietta dei manifestanti.
La zona è blindata, ma dal piazzale si vede sfilare un gruppo di supporter del premier, striscioni e accento lombardo, gli unici a non essere bloccati, persino i vacanzieri che cercano di arrivare ai traghetti vengono perquisiti. «Solo i dittatorelli hanno paura di ogni forma di dissenso - dice Pietro Rinaldi, del centro sociale Insurgencia - Siamo venuti perché chiediamo di intervenire». Naturalmente nessuna delegazione di manifestanti viene ammessa nella sede ufficiale. I cori attirano i viaggiatori, i turisti chiedono in inglese il motivo della protesta, annuiscono solidali, in nessuna parte dell'occidente si sversa il tal quale in una selva.
Il governo sembra deciso ad aprire la discarica a Chiaiano, gli oltre 500 milioni di euro promessi per le bonifiche sembrano la prova di un patto tra imprese e governo - gli affari in cambio del consenso - che non porterà benefici reali alle popolazioni, ma il presidio non si rassegna: «La città è decisa a opporsi - racconta Mauro Bertini, ex sindaco di Marano - ed è un avversario che il premier non si aspettava così determinato. E non corrompibile promettendo un po' di soldi per le bonifiche. Il sindaco di Giugliano, invece, ha fatto un'altra scelta e si è visto recapitare nello sversatoio di Taverna del Re ulteriori 60mila tonnellate di rifiuti indifferenziati, il trucco che ha reso possibile il miracolo della sparizione dell'immondizia. Con il decreto legge hanno militarizzato il territorio per difendere la loro decisione, ma noi siamo pronti a portare la protesta ovunque, bloccando le strade fino a Napoli».

 

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