Chiaiano, torna la guerriglia: bus incendiato
Nuovo atto di guerriglia contro la discarica di Chiaiano. Quattro o cinque persone con i volti travisati hanno picchiato l'autista di un bus dell'Anm costringendolo a scendere insieme con i passeggeri per poi appiccare il fuoco all'automezzo dopo averlo cosparso di liquido infiammabile. Poco prima, ignoti hanno bloccato una delle strade che accedono alla cava con tre cassonetti dell'immondizia, di cui uno dato alle fiamme. Due raid probabilmente compiuti dalla stesse mani da inquadrarsi nella lotta contro la trasformazione in discarica di una delle cave di Chiaiano. L'autista dell'Azienda napoletana mobilità è finito in ospedale. Sul posto la polizia non ha trovato testimoni, sono in corso indagini della Digos per individuare i responsabili del raid. Il fuoco cova sotto la cenere. Mentre, con l'avvio dei lavori per l'allestimento del sito, sembravano scemate anche le manifestazioni popolari di protesta, all'improvviso ecco un altro attentato, messo a segno al corso Europa del comune di Marano (che confina con il quartiere settentrionale) ed a pochi passi da via Cupa del Cane dove nei mesi scorsi s'erano registrati alcuni raid a colpi di bottiglie molotov, lanciate dall'alto, di notte, contro la polizia a presidio della cava. Erano le 22 quando - secondo le informazioni in possesso dell'Anm - un gruppo di uomini incappucciati giunti a bordo di alcuni scooter hanno circondato il bus della linea 164 costringendolo a bloccarsi. Poi sono saliti sul pullman malmenando l'autista per costringerlo a scendere, seguìto dai pochi passeggeri terrorizzati. Quindi hanno versato la benzina nel mezzo e hanno appiccato le fiamme. Sul posto polizia e vigili del fuoco. Il dipendente Anm, soccorso con un'ambulanza inviata dal 118 di Pozzuoli, è stato portato all'ospedale civile di Giugliano: tanto spavento, ma sembra che se la sia cavata con ematomi e qualche contusione. Un'azione messa a segno con la tipica tecnica da guerriglia urbana. Gli agenti dell'Ufficio prevenzione generale della Questura, intervenuti con i poliziotti della Digos e con le pattuglie del commissariato di zona, non hanno trovato testimoni. Nessuno aveva visto nulla. Il raid a poca distanza da Poggio Vallesana, nell'area di Marano densamente abitata che si trova proprio a monte dell’ex «cava del poligono» dove dal 10 luglio è arrivato l'Esercito per consentire l'avvio dei lavori per la trasformazione in discarica (che dovrebbe entrare in funzione tra non meno di due mesi). Nelle settimane precedenti s’erano susseguiti alcuni raid di giovani in scooter, con lancio di bombe molotov dall'alto di via Cupa del Cane - zone sterrate note solo agli abitanti della zona - contro la polizia che presidiava l'ingresso del sito. Azioni di tipo «terroristico» dalle quali la popolazione di Chiaiano e di Marano s'è sempre apertamente dissociata, condannandole. S'indaga tra le frange più politicizzate della protesta e negli ambienti dove s'incrociano personaggi al limite della legge ed il mondo degli ultrà. Il raid è arrivato immediatamente dopo dall’annuncio del premier Silvio Berlusconi che nel corso della sua ultima visita - della settimana scorsa - aveva comunicato che entro ottobre la discarica di Chiaiano sarebbe stata aperta.