«Soldi spesi bene Non c’è più amianto»

Il ministro per l’Ambiente Stefania Prestigiacomo è stata chiara: «Per la bonifica di Bagnoli sono stati spesi tanti soldi pubblici, voglio verificare di persona cosa è stato fatto perché questa bonifica sembra non finire mai». Parole che non sono passate inosservate alla Bagnolifutura, la società di trasformazione urbana del Comune incaricata di risanare i suoli ex Italsider. Rocco Papa, il presidente della società replica e invita il ministro a Bagnoli «al più presto».
Allora presidente Papa, come li avete spesi questi soldi?
«Prima invito il ministro a venire quanto prima a Bagnoli, scoprirà che i lavori sono tanti fatti e che a giugno 2009 l’intera bonifica sarà ultimata. Qui non c’è più amianto».
Insomma, tutto bene?
«Dispiace che il ministro non abbia letto la relazione del nucleo di valutazione del ministero dell’Ambiente che è stato una settimana a Bagnoli e ha valutato molto positivamente la bonifica dei terreni ex Italsider».
Tuttavia i dubbi del ministro sono legittimi, almeno per quello che riguarda i tempi.
«I ritardi ci sono stati, e sono dovuti al troppo tempo impiegato per individuare un sito dove smaltire i rifiuti inerti. A Chiaiano non vollero accettare gli inerti che come dice la parola stessa è materiale innocuo, ora hanno accettato la discarica».
Perché allora c’è tanta diffidenza intorno alla bonifica di Bagnoli?
«Perché è diventato sinonimo di sprechi in quanto non tutti conoscono la situazione. La nostra è l’opera di risanamento più vasta d’Europa e quando abbiamo cominciato avevamo ancora da sistemare 2000 ex operai della fabbrica del ferro».
Però la vendita dei suoli viaggia con quasi due anni di ritardi. Perché?
«Stiamo trovando difficoltà nella certificazione del lavoro fatto da parte della Provincia non nella qualità della bonifica. I bandi sono pronti e in autunno speriamo davvero di partire».
Arriveranno altri soldi.
«Noi per le bonifica abbiamo avuto 75 milioni stanziati dal Parlamento e 15 dalla bagnolifutura stessa. Quello che incasseremo con la vendita dei suoli lo reinvestiremo in infrastrutture»