L'intervento

Ricicliamo senza benefici

4 agosto 2008 - Raffaele Raimondi
Fonte: Il Mattino

Invitati dal presidente Berlusconi, i sindaci della Campania gli hanno rivolto un appello perché la regione sia dotata degli impianti di compostaggio. Questi trasformano l'umido o l'organico in concime. Senza tali impianti i cosiddetti comuni virtuosi - in Campania sono ormai oltre 100 - sono costretti a smaltire fuori regione l'umido ricavato dalla raccolta differenziata. Naturalmente con un forte aggravio di spese per il trasporto e per la prestazione fornita dall'impianto destinatario: duecento euro per tonnellata. Che i sullodati comuni sono costretti a caricare sui propri cittadini mediante un aumento della Tarsu. Come accade nella penisola sorrentina e nelle isole dove i comuni spediscono via mare l'umido della differenziata a un impianto di compostaggio in provincia di Catania. L'appello dei sindaci è una forte presa di coscienza circa i danni e le spese, che, anche con leggi, ingiustamente si vogliono addebitare alle comunità campane. Esso, infatti, chiarisce il ruolo della raccolta differenziata e le responsabilità della mancata attivazione, che erroneamente è stata accollata tutta ai sindaci fino a ritenerli meritevoli di frustate. La normativa europea e quella italiana di attuazione si pongono come obiettivo prioritario il recupero dei rifiuti. Più se ne recuperano, meno ce ne è per gli inceneritori, cui va soltanto ciò che resta. La lavorazione dei rifiuti recuperati presuppone la raccolta differenziata. Che è soltanto la stazione di partenza. Da cui partono i treni, intendendosi per tali i rifiuti differenziati separati dai cittadini: l'umido, la plastica, il cartone, il legno, il vetro, ecc. Ma la stazione di partenza ha senso soltanto se esistono le stazioni di arrivo. Per restare in Campania una delle poche industrie che riciclano il secco, in questo caso la plastica, si trova a Gricignano. È la Erreplast, la quale però paradossalmente ricicla la plastica che non proviene dalla Campania. Per l'umido, in Campania non esistono impianti di compostaggio funzionanti. I pochi che c'erano sono stati, ad arte o non, disattivati. In Italia, invece, ce ne sono oltre 200 distribuiti variamente fra le altre regioni. Essi avrebbero dovuto esser promossi dal Commissariato straordinario di Governo, che da quindici anni ha espropriato gli enti locali delle proprie competenze. Questo carrozzone governativo - che di campano aveva soltanto il coperchio, il presidente della Regione, in questo caso però fiduciario dei governi che si sono succeduti - finora è apparso invece interessato soltanto all'allestimento degli inceneritori con il risultato che tutti sappiamo.

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