Lepore e l´indagine della discordia "Ma i 2 pm devono andare in udienza"

Nonostante lo strappo Noviello e Sirleo sosterranno l'accusa
31 luglio 2008 - Dario Del Porto
Fonte: Repubblica Napoli
Non hanno firmato la richiesta di rinvio a giudizio, perché in disaccordo con la scelta del procuratore di stralciare alcune posizioni, fra le quali quella del prefetto Alessandro Pansa, dal troncone destinato all´udienza preliminare. 
Ciò nonostante, a meno di sorprese, saranno proprio i pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo a sostenere l´accusa nei confronti dei 25 imputati dell´inchiesta su presunti illeciti nella gestione dell´emergenza rifiuti. Il provvedimento formale non è stato ancora redatto, ma il procuratore capo Giandomenico Lepore sembra orientato, nonostante la divergenza insorta nella fase conclusiva dell´indagine, ad affidare l´incarico ai sostituti che hanno seguito il procedimento sin dall´inizio. La notevole complessità dell´indagine e i tempi molto ravvicinati dell´udienza preliminare, in programma quasi certamente dopo Ferragosto, rendono scontata una soluzione di questo tipo. Il fascicolo è stato assegnato ieri al gup Raffaele Piccirillo, che già oggi potrebbe fissare la data e far partire gli avvisi. Se delegati, i pm Noviello e Sirleo non potrebbero opporre alcuna obiezione (l´ordinamento non lo prevede) pur finendo con il ritrovarsi, nei fatti, a rappresentare una linea non completamente condivisa al momento delle conclusioni. Da domani i due sostituti saranno entrambi in ferie (già programmate da tempo) poi valuteranno se e quali iniziative adottare a seguito dello strappo con il procuratore. Resta da capire infatti se il provvedimento di Lepore, titolare in qualità di procuratore regionale sui rifiuti di tutti i procedimenti collegati alla gestione commissariale, vada o meno considerato come "avocazione", che per legge va motivata e può essere oggetto di "osservazioni". «Non si è trattato di avocazione», afferma il capo dei pm e con lui anche il pg Vincenzo Galgano.
Ma intanto il caso fa già discutere, negli uffici del Centro direzionale. E il presidente della giunta distrettuale dell´Associazione magistrati, il pm Sergio Amato, commenta: «Dinanzi a una diversità di opinioni con i sostituti co-assegnatari del fascicolo, il procuratore ha legittimamente esercitato un potere che gli viene dalla legge istitutiva della Procura regionale. Si tratta peraltro di contrasti assolutamente fisiologici. I colleghi Sirleo e Noviello, restando fermi sulle loro convinzioni, hanno dimostrato grande autonomia e senso di indipendenza, dando ulteriore prova della loro professionalità, anche a garanzia del lavoro svolto fino a questo momento». Più in generale, ragiona Amato, «siamo davanti a una delle prime applicazioni di una riforma sulla quale l´Associazione magistrati aveva immediatamente manifestato le proprie perplessità in un documento indirizzato al Csm». Su questo tasto preme anche un altro pm, Antonello Ardituro, di Articolo 3: «Al di là del merito dell´inchiesta, che non conosco e non posso commentare - argomenta Ardituro - è evidente che si tratta di una vicenda che dovrà essere discussa al nostro interno, perché attiene ai rapporti tra il procuratore e i sostituti. L´ordinamento aveva già accentrato molti poteri sulla figura del capo dell´ufficio, ora queste prerogative sono state ulteriormente accentuate dalla riforma sulla Procura regionale. Era per questa ragione che avevamo lanciato l´allarme subito dopo l´approvazione del decreto. La magistratura sarà sempre contraria agli interventi normativi che possono concentrare troppi poteri in capo a una sola figura». Ardituro non pensa che l´episodio possa aprire una nuova stagione di scontri tra toghe: «Le vicende del passato sono molto diverse, i magistrati della Procura di Napoli sono molto attenti alle prerogative dei pm». Esclude fratture anche il pm Francesco Soviero, di Unicost: «Sono episodi che rientrano nelle normali dinamiche dei rapporti tra i sostituti e il capo dell´ufficio. Mi pare che in questo caso il procuratore si sia mosso con coerenza anche sotto il profilo procedimentale».
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