Venticinque richieste di rinvio a giudizio per truffa, falso e smaltimento illecito
Rifiuti, i pm non firmano lo stralcio per Pansa
Divergenze in procura tra i pm che indagano sulla vicenda rifiuti e il procuratore Giovandomenico Lepore
30 luglio 2008 - Titti Beneduce
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
Epilogo con sorpresa per la seconda inchiesta sui rifiuti, quella in cui sono coinvolti il prefetto Alessandro Pansa e l'ex vice di Bertolaso, Marta Di Gennaro. Per 25 persone, tra cui la De Gennaro, la Procura ha chiesto il rinvio a giudizio. La posizione di altre sei, tra cui Pansa e Corrado Catenacci, è stata stralciata. I pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, che hanno condotto un'inchiesta passata al vaglio di ben 10 giudici, non hanno però firmato la richiesta di rinvio a giudizio: in disaccordo con il procuratore, Giovandomenico Lepore, e l'aggiunto coordinatore della sezione, Aldo De Chiara, avrebbero voluto che l'elenco comprendesse tutti i 31 nomi degli indagati.
La richiesta, dunque, porta la firma solo di De Chiara. Anche se Lepore sostiene che «non c'è spaccatura, ma semplice divergenza di opinioni » è evidente che sulla vicenda c'è stato un braccio di ferro, vinto ovviamente dal procuratore. Ora l'obiettivo comune di Lepore e dei suoi sostituti è arrivare al rinvio a giudizio per i 25 entro il 27 agosto: prima, cioè, che gli imputati ancora agli arresti domiciliari (Massimo Malvagna, Fabio Mazzaglia, Massimo Cortese e Rocco De Frenza) vengano scarcerati. In questo modo il processo andrebbe avanti in maniera più spedita, ma agli avvocati questa marcia a tappe forzate non piace. I 25 per cui è stato chiesto il giudizio (i reati vanno dalla truffa al falso, all'abuso d'ufficio, allo smaltimento illecito dei rifiuti) sono i destinatari delle misure cautelari emesse lo scorso maggio dal gip Rosanna Saraceno: Marta Di Gennaro, ex subcommissario; Michele Greco, ex coordinatore del commissariato; Elpidio Angelino, Silvio Astronomo, Alessandro Di Giacomo, Vito Fimiani, Orazio Andrea Monaco, Pasquale Moschella e Domenico Ruggiero, dirigenti degli impianti cdr campani; Domenico Di Battista, responsabile della discarica di Villaricca; Sergio Asprone, responsabile gestione impianti Fibe; Roberto Cetera e Lorenzo Miracle Bragantini, vertici della Ecolog; Giuseppina Marra, funzionario della Provincia di Caserta; Giuseppe Sorace, tecnico del commissariato rifiuti; Massimo Cortese, Filippo Rallo e Giovanni De Laurentiis, coordinatori degli impianti di selezione dei rifiuti; Angelo Pelliccia, direttore generale di Fibe e Fibe Campania; Massimo Malvagna, amministratore delegato delle due società; Fabio Mazzaglia, chimico che analizzava i campioni di rifiuti; Ernesto Picarone, gestore di uno degli impianti; Leonello Serva, geologo e «soggetto attuatore»; Rocco De Frenza, il maresciallo dei carabinieri factotum della Di Gennaro e di Bertolaso. Stralciata invece la posizione di Alessandro Pansa, Corrado Catenacci, Ciro Turiello, Claudio De Biasio Armando Cattaneo ed Enrico Pellegrino. Su di loro, avverte Lepore, si indagherà ancora; bisogna fare quegli «approfondimenti» che gli indagati hanno chiesto, come concede loro la legge. Poi si si vedrà se chiedere il giudizio anche per loro.
La richiesta, dunque, porta la firma solo di De Chiara. Anche se Lepore sostiene che «non c'è spaccatura, ma semplice divergenza di opinioni » è evidente che sulla vicenda c'è stato un braccio di ferro, vinto ovviamente dal procuratore. Ora l'obiettivo comune di Lepore e dei suoi sostituti è arrivare al rinvio a giudizio per i 25 entro il 27 agosto: prima, cioè, che gli imputati ancora agli arresti domiciliari (Massimo Malvagna, Fabio Mazzaglia, Massimo Cortese e Rocco De Frenza) vengano scarcerati. In questo modo il processo andrebbe avanti in maniera più spedita, ma agli avvocati questa marcia a tappe forzate non piace. I 25 per cui è stato chiesto il giudizio (i reati vanno dalla truffa al falso, all'abuso d'ufficio, allo smaltimento illecito dei rifiuti) sono i destinatari delle misure cautelari emesse lo scorso maggio dal gip Rosanna Saraceno: Marta Di Gennaro, ex subcommissario; Michele Greco, ex coordinatore del commissariato; Elpidio Angelino, Silvio Astronomo, Alessandro Di Giacomo, Vito Fimiani, Orazio Andrea Monaco, Pasquale Moschella e Domenico Ruggiero, dirigenti degli impianti cdr campani; Domenico Di Battista, responsabile della discarica di Villaricca; Sergio Asprone, responsabile gestione impianti Fibe; Roberto Cetera e Lorenzo Miracle Bragantini, vertici della Ecolog; Giuseppina Marra, funzionario della Provincia di Caserta; Giuseppe Sorace, tecnico del commissariato rifiuti; Massimo Cortese, Filippo Rallo e Giovanni De Laurentiis, coordinatori degli impianti di selezione dei rifiuti; Angelo Pelliccia, direttore generale di Fibe e Fibe Campania; Massimo Malvagna, amministratore delegato delle due società; Fabio Mazzaglia, chimico che analizzava i campioni di rifiuti; Ernesto Picarone, gestore di uno degli impianti; Leonello Serva, geologo e «soggetto attuatore»; Rocco De Frenza, il maresciallo dei carabinieri factotum della Di Gennaro e di Bertolaso. Stralciata invece la posizione di Alessandro Pansa, Corrado Catenacci, Ciro Turiello, Claudio De Biasio Armando Cattaneo ed Enrico Pellegrino. Su di loro, avverte Lepore, si indagherà ancora; bisogna fare quegli «approfondimenti» che gli indagati hanno chiesto, come concede loro la legge. Poi si si vedrà se chiedere il giudizio anche per loro.