Piano rifiuti, servono 110 milioni
La Provincia ha presentato ieri la bozza del piano per i rifiuti sul territorio salernitano. Ovviamente il documento guarda avanti, alla fase di ordinaria amministrazione. Nel 2011 - secondo l'analisi - la raccolta differenziata sarà al 60% e funzioneranno gli impianti necessari. Quali? Il documento propone 3 scenari, legati a una variabile. Vediamo prima i punti fermi: il termovalorizzatore, il riciclaggio, 5 compostaggi (Vallo, Giffoni Valle Piana, Mercato San Severino, Sala Consilina, Eboli) e 2 digestori (Salerno e Nocera) per la frazione organica, infine la discarica per 90.000 tonnellate annue. Un altro studio, che vedremo, comprende una seconda discarica, per le ceneri del termovalorizzatore: 43.500 tonnellate annue. Tornando alla bozza, la variabile dei 3 scenari è legata al Cdr, passaggio intermedio fra il residuo indifferenziato e il termovalorizzatore: può esserci, può diventare bioessiccatore o non esserci (così l’indifferenziato andrebbe al termovalorizzatore). La Provincia preferisce la terza ipotesi e la proporrà al consiglio, cui spetta comunque la decisione complessiva. «Ora - annuncia l’assessore Angelo Paladino - ascolteremo gli interessati e per settembre-ottobre decideremo. Il piano contempla l’autosufficienza, la riduzione dei rifiuti e la provincializzazione. Voglio sottolinearlo, perché c’è una forte tendenza alla regionalizzazione». Il breve dibattito che si è innescato ha riguardato soprattutto il termovalorizzatore del Comune di Salerno. In effetti fra i realizzatori del piano rifiuti - e i relatori di ieri - c’è Vincenzo Belgiorno, ordinario di ingegneria sanitaria ambientale; il docente ha collaborato anche allo studio sull’impianto finale di trattamento dei rifiuti. A lui, dunque, hanno chiesto perché il termovalorizzatore è tarato per 500.000 tonnellate. «Imbarcheremo rifiuti di altri territori», ha paventato Gaetano De Simone. «Bruceremo anche le ecoballe attuali», ha aggiunto il sindaco di Giffoni Sei Casali riprendendo un’affermazione di Belgiorno («Quando bisognerà eliminare le ecoballe abbancate, la provincia di Salerno dovrà farsi carico della sua quota»). Il docente ha replicato che la portata massima di un impianto non dev’essere raggiunta; comunque, ha aggiunto, presto il Comune pubblicherà il progetto preliminare e fisserà la taratura funzionale. Paladino non ha escluso che l’impianto debba accogliere rifiuti regionali: «Il decreto legge non pone limiti territoriali». Insieme al piano è stato presentato uno studio per la determinazione del sistema tariffario, una volta avviato il ciclo dei rifiuti. Le previsioni sono ancora molto generali. Non è ancora chiaro quanto pagherà il cittadino o l’impresa. Si sa solo che a regime serviranno 110 milioni di euro, sempre che tutti gli impianti siano realizzati (ma il sindaco di Cetara ha contestato alcuni dati di base perché sottostimati). Comunque, si tratta anche qui di una previsione generale. Si sa anche che la Provincia affiderà la gestione con bando pubblico internazionale: «Entro pochi mesi», dice Paladino.