Da 15 a 20 milioni per macchinario Azzerate le spese di trasporto e smaltimento

Reattori hi-tech contro i rifiuti ecco il piano targato Usa

Gli esperti americani: i termovalorizzatori sono obsoleti e inquinanti per la Campania strutture modulari che distruggono le ecoballe sul posto
24 luglio 2008 - Mariagiovanna Capone
Fonte: Il Mattino

Mentre si lavora per individuare la zona in cui sorgerà il termovalorizzatore, Guido Bertolaso guarda oltre: dopo un incontro con i vertici di una società statunitense che opera nel settore dello smaltimento dei rifiuti, il sottosegretario prepara una trasferta in California per visitare impianti alternativi. Kris Skirinak e Gabriel Jebb, presidente e vice-presidente della «AdaptiveArc», hanno illustrato a Bertolaso le caratteristiche dei loro macchinari che nulla hanno a che vedere con un inceneritore, definito «tecnologicamente obsoleto» e «molto più inquinante». Si tratta di reattori, chiamati PlasmaFill, in grado di adattarsi al territorio e alla quantità di rifiuti da smaltire attraverso sistemi componibili e ampliabili. «Il rispetto ambientale è uno dei punti di forza del PlasmaFill - spiega Skirinak - l'impatto è pari a zero così come l'emissione di sostanze nocive, e la riciclabilità è del cento per cento». Da alcune settimane la società, fondata nel 2007, ha il primo dossier sull'unico impianto attualmente in funzione, quello di Monterrey, in Messico, che smaltisce rifiuti tossici e ospedalieri. «Su 220 sostanze considerate inquinanti - spiega Jebb - ne sono state rintracciate soltanto due: nichel e piombo, ben al di sotto della soglia di legge. E non si tratta di sostanze volatili, come accadrebbe con un termovalorizzatore, ma allo stato solido». Quindi si accumulano in deposito e non vengono in contatto con l'ambiente esterno. Altra caratteristica che ha interessato il sottosegretario Bertolaso è la velocità di costruzione del sistema: in solo nove mesi può già funzionare un impianto di medie dimensioni, in diciotto uno più grande. «Tra poco ultimeremo le sette strutture in California - annuncia il presidente Skirinak - e una delegazione di Bertolaso, ma non è escluso che ci sarà anche lui, le visiteranno accuratamente». E poi, fattore non certo irrilevante, i costi piuttosto bassi per la costruzione del PlasmaFill: 15milioni di euro per un impianto in grado di smaltire 100mila tonnellate di rifiuti al giorno, 20milioni per una che ne smaltisce 200mila. «Sostegno e interesse» da parte di Bertolaso fanno presupporre che la scelta del termovalorizzatore possa quindi non essere quella definitiva, visto che la tecnologia esposta dalla «AdaptiveArc» è quanto di più avanzato possa offrire oggi il mercato. Ma ci sono altri elementi che hanno fortemente coinvolto il sottosegretario, ovvero la mobilità con cui gli impianti possono essere adattati al territorio. «Durante l'incontro con Bertolaso - afferma Jebb - gli abbiamo anche proposto un possibile scenario: non un enorme struttura localizzata in un'unica area (la Campania ha necessità di una struttura totale di 4 ettari), ma impianti piccoli-medi a macchia di leopardo, da ampliare nel tempo se necessario. Anche perché il via-vai continuo di camion manderebbe in tilt il vostro sistema delle infrastrutture». Il PlasmaFill, infatti, è in grado di occupare superfici anche di soli 200 metri quadrati, ed essendo modulari è facile anche il trasporto tra un luogo e l'altro. Le ecoballe di Giugliano, poi, sarebbero smaltite direttamente in loco «senza costi aggiuntivi nei trasporti». Si apre così un nuovo scenario possibile, nato da un incontro in aprile con l'allora commissario straordinario De Gennaro con una serie di società statunitensi invitate dal Consolato americano a Napoli, da cui emerse, per innovazione e costi contenuti, proprio la «AdaptiveArc».

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