Si sceglie il luogo dove insediare la struttura previste ispezioni anche in altri quartieri

Il nodo termovalorizzatore oggi tecnici a Napoli Est

Ancora sprechi sulla differenziata: niente siti di compostaggio, il materiale al Nord e ogni tonnellata costa 140 euro
23 luglio 2008 - Daniela De Crescenzo
Fonte: Il Mattino

Stabiliti i criteri per la scelta dell’area che dovrà ospitare il termovalorizzatore di Napoli. Ieri i tecnici di Bertolaso si sono incontrati in vista del sopralluogo che faranno oggi con i tecnici del Comune nell’area est, e hanno deciso quali saranno i parametri da utilizzare. Dal canto suo l’amministrazione ha chiesto alla Regione di inserire l’area orientale tra le zone franche, quelle esonerate dal pagamento delle tasse. Anche se quella di domani sarà solo la prima di una serie di ricognizioni che investiranno diverse zone della città, prende sempre più quota l’ipotesi di localizzare l’impianto tra Barra e San Giovanni. Anche se restano forti resistenze soprattutto perché in quella zona il piano regolatore prevedeva insediamenti residenziali e commerciali: molti imprenditori avevano già cominciato ad acquisire le aree. Ora gli affari rischiano di andare a monte. Resta, comunque, in piedi anche l’ipotesi della zona nord e non si esclude una sopresa dell’ultimo momento, come già è accaduto nel caso della scelta di Agnano poi bocciata dagli esperti di Bartolaso. Ma resta sempre caldo il fronte della differenziata: i siti di compostaggio sono ancora pieni di spazzatura e quindi la frazione umida non può essere lavorata in Regione, ma va esportata. A Napoli non è stata liberata l’area della ex Icm, nell’impianto Caivano restano solo un paio di camion di rifiuti ma è ancora piena la zona antistante e la Regione non ha ancora erogato i finanziamenti che pure già sono stati assegnati. L’Asìa, che finora ha speso 140 euro per mandare l’umido a Catania, ha già avviato l’appalto per portarlo al Nord, ma le imprese che si sono fatte avanti chiedono intorno ai 180 euro alla tonnellata. Perciò l’azienda sta cercando di stabilire contatti diretti con gli operatori di Bergamo e Brescia per ottenere uno sconto. Si è sbloccata, invece, la vertenza dei 362 lavoratori del bacino 5 che riprenderanno a lavorare a pieno ritmo alla raccolta differenzia: l’Asìa ha liberato la sede di Ponticelli che era ingombra di mezzi e ha dato il via alla ristrutturazione dei locali di Scampia. Tra i dipendenti, 35 saranno impiegati nel censimento di Chiaiano necessario per avviare la raccolta porta a porta. Ma prima della fine di agosto non sarà possibile rafforzare i turni di raccolta a causa delle ferie e prima della metà del mese non arriveranno i nuovi contenitori: le campane, quindi, continueranno prevedibilmente a traboccare. I Comuni più piccoli della provincia, che non hanno vasche per il compostaggio, sono spesso costretti a ricorrere a società autorizzate che ricevono l’organico e poi lo trasferiscono a prezzi che viaggiano sui duecento euro a tonnellata. Un esempio per tutti. A Mariglianella, uno dei comuni ricicloni, la raccolta è stata bloccata perché la ditta che trasporta l’umido, la Tortora, ha cambiato destinazione finale e quindi è stato necessario provvedere ai sacchetti biodegradabili. Fortunatamente ieri le nuove buste sono arrivati e la differenziata è ripartita. Nel complesso la Campania continua a vivere una situazione complessa che sarà superata solo quando sarà avviata la trasformazione dei cdr. La Regione, dal canto suo ha finanziato la costruzione di nuovi impianti, ma i lavori non sono ancora iniziati. E a Napoli resta grave anche il problema delle discariche abusive: il Comune ne ha censite 41. L’incarico di smantellarle sarà affidato a ditte esterne per una spesa che supera i tre milioni di euro. Il materiale recuperato, spiega l’assessore Gennaro Mola, dovrà essere selezionato e avviato in discarica o alle piattaforme che raccolgono i rifiuti ingombranti e pericolosi.

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