Inceneritore, spunta l’ipotesi San Tammaro
Il termovalorizzatore della provincia di Caserta potrebbe essere insediato nel comune di San Tammaro. L’opzione è stata posta nero su bianco nel corso di una riunione riservata avvenuta venerdì scorso (a margine del consiglio dei ministri svoltosi a Napoli) fra lo staff del sottosegretario Guido Bertolaso, quello del ministro della Difesa Ignazio La Russa e lo stesso sindaco di San Tammaro Emiddio Cimmino. In termini tecnici, l’operazione appare piuttosto semplice: si tratterebbe di spostare di circa dieci metri l’area già individuata per la realizzazione dell’inceneritore nel comune di Santa Maria la Fossa in modo tale da far ricadre la struttura nel territorio confinante di San Tammaro. «Visto che in ogni caso l’impatto ambientale del termovalorizzatore ricadrà sul nostro territorio - spiega Cimmino, eletto sindaco appena lo scorso aprile - l’amministrazione ha pensato di concedere, ove necessario, la propria disponibilità anche per una questione di ritorno economico: il Comune è in dissesto con una esposizione debitoria di sette milioni di euro di soli pignoramenti». L’ipotesi è stata presa in considerazione tanto più che nella stessa zona, oltre al costruendo termovalorizzatore, insistono già le discariche di Ferrandella (Santa Maria la Fossa) e Maruzzella (San Tammaro). Proprio questi due ultimi impianti in queste ore sono al centro di una serie di trasformazioni: a Ferrandella, secondo il cronoprogramma dello staff dell’Esercito coordinato dal generale Franco Giannini, entro il 28 luglio sarà completata un’altra vasca. Per San Tammaro, invece, si è in attesa della relazione finale di Asl e Arpac sull’ipotesi di ampliamento della discarica già esistente. Intanto, sul fronte della gestione del consorzi cambia lo scenario. Sarà quasi certamente il generale Sorrentino, ufficiale della Guardia di Finanza, ad assumere la responsabilità del GeoEco, il consorzio operante in larga parte nell’area aversana, negli ultimi giorni al centro di una feroce polemica politica fra l’ex presidente Nicola Golia e quello uscente Isidoro Orabona, polemica che ha finito per coinvolgere anche Forza Italia, partito di riferimento di entrambi. Lo scioglimento dei nove consorzi di Napoli e Caserta è stato deciso dal governo che ha nominato, come coordinatore dell’operazione, Alberto Stancanelli, già collaboratore dell’ex ministro Luigi Nicolais. Per la gestione degli altri consorzi casertani le possibili soluzioni sono Luigi Palmieri (già commissario del Ce3 che potrebbe sovrintendere anche sul Ce1) e un altro ufficiale dell’esercito per il Ce4, anche questo già commissariato.