Acerra, l'inceneritore resta fermo

1 febbraio 2008 - Ilaria Urbani
Fonte: Il Manifesto

Vecchio prima ancora di nascere. Sembra un sito d'archeologia industriale, uno stabilimento fermo da anni. E invece l'inceneritore di Acerra non è mai entrato in funzione e chissà quando ci riuscirà. L'ultimo niet è arrivato tre giorni fa dalla società francese «Veolia» e della milanese «A2A» che hanno deciso di ritirarsi dalla gara d'appalto nell'assegnazione della gestione dell'impianto. Sono trascorsi oramai sei anni dall'autorizzazione al progetto esecutivo rilasciata dal commissario di governo Antonio Bassolino. Il provvedimento, firmato ieri da Prodi per le agevolazione sulle tariffe energetiche, potrebbe sbloccare la situazione, ma i comitati e i centri sociali che da sempre si battono contro l'inceneritore avvertono che non saranno i finanziamenti per le società private ad eliminare le future polveri sottili di un progetto industriale considerato «obsoleto».
Gli attivisti scendono oggi in piazza insieme ai residenti di Gianturco e ai comitati per la salute e l'ambiente alle ore 17 da piazza del Gesù a Napoli. La manifestazione si dirigerà verso la Prefettura dove i dimostranti porteranno i sacchetti di spazzatura ottenuta dalla raccolta differenziata autogestita in questi giorni. I comitati cittadini denunciano l'assenza del piano rifiuti regionale integrato senza il quale l'attività dell'inceneritore sarebbe inutile. «Non esistono norme sugli imballaggi - spiegano - nè raccolta differenziata "porta a porta", nemmeno la separazione del "secco dall'umido" che almeno avrebbe tolto dalle strade la parte putrescente dei rifiuti». Ma non sono stati solo i comitati a chiedere lo stop dei lavori ad Acerra, tuttora fermi con 800 operai a casa dal 15 dicembre. Impregilo, Fibe, Fibe Campania e Fisia Italimpianti, le società che gestivano il termovalorizzatore, e che lo scorso giugno sono state accusate dalla Procura di Napoli di «truffa aggravata ai danni dello stato e frode in fornitura» e il commissariato di governo di «inerzia» nell'attività di controllo.
Ai vertici dell'Impregilo ci sono Piergiorgio e Paolo Romiti. Prima ancora il senato, il 25 gennaio 2006, ha deciso la rescissione del contratto con la Fibe e l'indizione di una nuova gara d'appalto stabilendo i termini di proroga dei poteri del commissario fino al 31 maggio 2006 con lo stanziamento di 80 milioni di euro per gestire la fase d'emergenza. La commissione ambiente ambiva a smaltire entro il 31 maggio 2007 i 3 milioni di ecoballe. Soltanto qualche mese però, alla Fibe erano stati assegnati altri 25 milioni di euro per adeguare l'inceneritore alle norme. La cronaca di oggi dice che tutto questo non è avvenuto, come non è andata a buon fine le gara d'appalto nel 2007 e quella di tre giorni fa. La Fibe intanto è fuori dai giochi, la società si aggiudicò l'affare a buon prezzo con 63 lire al chilo mentre l'Enel e l'Ams di Brescia ne chiedevano 100. Chi sarà il prossimo? Parole come raccolta differenziata, riduzione a monte dei rifiuti, riciclo, compostaggio e trattamento meccanico biologico del residuo intanto in Campania sembrano ancora chimere.

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