Bidoni rotti, bruciati o stracolmi l’operazione riciclo resta al palo
Campane stracolme o dissestate, lavoratori senza quattordicesima, isole ecologiche al palo. La differenziata a Napoli resta una chimera e il governo, convertendo il decreto legge, fa slittare al 2009 l’obiettivo del 25 per cento fissato in un primo momento per il 2008. Ieri il premier, in città per il secondo Consiglio dei ministri in trasferta, aveva sottolineato: superata la crisi bisogna tornare alla normalità con differenziata e inceneritori. Ma l’obiettivo, almeno a Napoli, sembra lontano. Basta girare le strade del centro. Sono state acquistate 500 coppie di campane per la raccolta del vetro e della plastica, ma per il momento non sono state sistemate. Mancano del tutto alla Sanità, dove erano previsti minibidoncini per non intralciare il traffico. Ai Vergini i commercianti del mercatino non sanno dove depositare carte e cartoni e i rifiuti finiscono con il debordare dai cassonetti destinati ai sacchetti dell’indifferenziata. Stessa situazione in tutti gli altri mercatini rionali. Ancora alla Sanità un gruppo di disoccupati riuniti nell’ennesima cooperativa pubblicizza una raccolta fai-da- te, ma poi deposita i sacchetti pieni di plastica proprio davanti alla Chiesa di San Vincenzo. Non sono previste campane in via Chiaia e per liberarsi di plastica e vetro bisogna percorrere almeno duecento metri. In piazza Santa Maria degli Angeli i contenitori sono scomparsi a causa dei lavori. Al Vomero le bottiglie di plastica assediato i cassonetti. Ai Colli Aminei è partito il porta a porta per un campione di ventimila persone ma non mancano le proteste. Irrisolto il nodo dei dipendenti del bacino 5: entreranno a far parte del cosiddetto consorzione, ma per il momento sono amministrati dalla Terga e lavorano a scartamento ridotto. Spiega l’amministratore delegato dell’Asia, Daniele Fortini: «I bidoni della differenziata sono stracolmi perché aumentano i conferimenti. E questo è un fatto positivo. Bisognerebbe, però, aumentare i cicli della raccolta incrementando i turni di lavoro». Fino a qualche mese fa si svuotavano i contenitori una volta alla settimana, attualmente gli addetti passano due volte, ma non basta. «Servono più turni - sostiene Fortini - I dipendenti sono sufficienti per coprirli, ma dovremo riorganizzarci. Dallo studio del piano industriale che presenteremo a giorni al sindaco verificheremo se i lavoratori sono ben impiegati. Io credo di no e ritengo che dovremo studiare nuove soluzioni». Nonostante le mille difficoltà incontrate dall’Asia, Fortini resta convinto che sarebbe stato meglio mantenere la scadenza del 31 dicembre e spiega: «Avrei preferito tenere il passo incalzante previsto in un primo momento dal decreto».