Il pentito Vassallo: questa era la rete gestita dai Casalesi per smaltire rifiuti pericolosi delle imprese del nord

«In quella discarica morivano pure i topi»

Operazione della Guardia di finanza e della polizia: otto siti sequestrati, 17 persone indagate
19 luglio 2008 - De Gaudio
Fonte: Il mattino Caserta

Nelle discariche tra Napoli e Caserta, oltre a milioni di tonnellate di sacchetti della spazzatura, con la benedizione del clan dei casalesi, finiva di tutto: dai rifiuti ospedalieri, come quelli delle sale operatorie, ai cimiteriali, come le vecchie bare. E ancora: batterie esauste, pneumatici e persino veicoli utilizzati per commettere delitti. Ma il vero affare era lo smaltimento, a costi davvero competitivi, dei rifiuti industriali provenienti dal centro nord. Smaltimento che, come hanno evidenziato gli investigatori, avveniva «con reciproca convenienza delle parti», senza alcuna tutela per l'ambiente. Ieri mattina gli agenti della squadra mobile di Caserta e i militari della Guardia di Finanza, su disposizione della Direzione distrettuale antimafia di Napoli, hanno sottoposto a sequestro probatorio otto discariche poste al confine tra le province di Napoli e Caserta. Diciassette le persone denunciate con l'accusa di concorso in associazione di tipo mafioso e disastro ambientale. A svelare l'intreccio affaristico criminale è stato l'imprenditore pentito Gaetano Vassallo. Ha raccontato di migliaia di tonnellate di rifiuti pericolosi provenienti dal nord e gettate tra i rifiuti solidi urbani. Si stima che solo in una delle discariche sequestrate, in località Schiavi, siano stati smaltiti un miliardo e trecento milioni di chilogrammi di spazzatura.

 

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