Nausea e vomito causati dal materiale da inviare al sito L’impresa minaccia di chiudere

Operai intossicati dai carichi di immondizia

Acerra, in 30 al pronto soccorso: scoppia la protesta «Qui l’aria è irrespirabile, non ne possiamo più»
19 luglio 2008 - Enrico Ferrigno
Fonte: Il Mattino

Acerra. Tonnellate di rifiuti da pesare e da inviare al sito di stoccaggio. Gli effetti di quel carico da smaltire si ripercuotono su uno stabilimento: finiscono in ospedale 32 operai di una vicina fabbrica aeronautica, intossicati dalle esalazioni. Nausea, vomito, capogiri, senso di spossatezza e difficoltà respiratorie: questi i sintomi che hanno costretto 32 dipendenti della Ilmas di Acerra a raggiungere il pronto soccorso della clinica dei Fiori dove sono stati trattenuti per alcune ore in osservazione. La produzione della fabbrica, che lavora componenti aeronautici per conto dell’Augusta e dell’Atr, è stata sospesa. «Così non possiamo andare avanti, ci sono continue interruzioni del lavoro a causa dei malesseri accusati dagli operai che sono costretti ad operare tra le esalazioni pestilenziali del percolato e le mosche che infestano lo stabilimento. Se persisteranno queste condizioni saremo costretti a chiudere perché non riusciamo a soddisfare le commesse», dice senza mezzi termini il direttore generale dell'Ilmas Gaetano Piscopo. E dal sindacato che ha convocato un’assemblea straordinaria in fabbrica vengono dure parole di condanna. «È giusto togliere l'immondizia dalle strade, ma non si può mettere a rischio la sopravvivenza di un’azienda e dell'intero distretto industriale: qui nessuno più vuole investire e creare nuova occupazione», denunciano Marino Murrone e Carmine Caporaso, delle segreterie di Fiom e Uilm di Napoli nella sala mensa infestata da centinaia di mosche. L’episodio è stato denunciato all’Asl, ma anche alle forze dell'ordine. Ogni giorno a sversare immondizia nei depositi di «Italambiente» in attesa di essere pesati e trasferiti nelle vicine piazzole di stoccaggio ci pensano oltre 400 autocompattatori. «Ma da qualche giorno il flusso dei camion e dei tir si è triplicato», denuncia il responsabile della sicurezza dell'Ilmas, Giovanni Borrelli. «Ormai da mesi gli operai si sentono male, ma stamattina è stato terribile. Raggiungiamo punte elevate di assenteismo per malattia e tra poco saremo costretti ad interrompere la produzione», incalza il direttore del personale Felice Gambale. «Intorno alle 9 abbiamo accusato tutti gli stessi sintomi e in molti hanno vomitato: l'aria era irrespirabile nonostante le mascherine che indossavamo», dicono alcuni degli operai in attesa di essere visitati dai medici della clinica. Per tutti il referto medico parla di «vertigini ed epigastralgia in conseguenza di inalazione di vapori irritanti». «Spendiamo in media oltre 2000 euro per la disinfestazione ogni settimana, ora basta: o si trova una soluzione o si chiude», minaccia il direttore Gaetano Piscopo. «Queste sono le conseguenze di una politica dell'immagine che non risolve i problemi dello smaltimento dei rifiuti: ci vuole una raccolta differenziata spinta altro che inceneritori e discariche fuorilegge», denuncia Tommaso Esposito della rete «Rifiuti zero».

 

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