Domani gli interrogatori di titolare e tecnici di «Ecoscreening» Caccia alle complicità

Rifiuti, l’inchiesta non ferma l’ecomafia

Nuovi sversamenti abusivi nelle campagne casertane: ortaggi a rischio. Si indaga sui pomodori cinesi
16 luglio 2008 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino Caserta

Il tintinnar di manette non li ha scoraggiati. Non li hanno fermati le inchieste, i sequestri, le prime condanne. Neppure la rabbia dei consumatori, neppure la denuncia dell’Organizzazione mondiale della sanità, neppure le immagini del film «Gomorra» e la consapevolezza - ormai diffusa - che quella roba avvelena l’aria, la terra, le nostre tavole. Mentre le prime pagine dei giornali rilanciavano l’ennesimo scandalo, la scoperta del laboratorio di analisi che falsificava i risultati dei test per mascherare la presenza di metalli pesanti nelle scorie destinate agli impianti di compostaggio, qualcuno continuava a bruciare pneumatici nell’area industriale di Caserta-Marcianise e a sversare illegalmente rifiuti nelle campagne, quelle alle spalle del centro commerciale Campania: in pieno giorno, alla vista di chiunque transitava sull’autostrada. Ieri mattina, un’altra giornata di fumo acre e nero, un’altra giornata di diossina nell’aria. Fino al giorno prima, almeno nove aziende avevano continuato ad appestare le campagne con ammendante inquinato, ma certificato come compost biologico dai laboratori di Ecoscreening, il cui titolare (assieme a due tecnici di laboratorio), è stato arrestato martedì mattina dai carabinieri del Nucleo di tutela ambientale. È accusato di falso, smaltimento illegale di rifiuti, disastro ambientale. Domani mattina Raffaele Giorgio, con Patrizia Laudisio e Pasquale Velleca, tutti ai domiciliari, comparirà dinanzi al gip Egle Pilla, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare. E dovrà spiegare nel dettaglio al natura dell’accordo con le aziende che si rivolgevano alla struttura di Sant’Egidio Montalbino per addomesticare - è questa l’ipotesi di accusa della Procura di Santa Maria Capua Vetere - i risultati delle indagini merceologiche sui campioni di rifiuti da conferire agli impianti di compostaggio. Otto aziende trattano direttamente rifiuti; una, la «Giaguaro» di Sarno, è un’industria conserviera che negli anni passati è stata più volte oggetto di attenzione investigativa: per due incendi (nel 2001 e nel 2007) che hanno distrutto i capannoni adibiti a deposito e per una partita di conservata avariata sequestrata nel Viterbese. Ma nel 2000 la «Giaguaro» era stata coinvolta in un accertamento, attivato dall’Unione Europea quando, sulla presenza di fitofarmaci vietati, come il clormequat trovato in una partita di passata di pomodori esportata in Belgio. Le intercettazioni telefoniche hanno documentato l’interessamento del management aziendale per la «ripulitura» dei risultati delle indagini. Trattativa che sarebbe avvenuta direttamente con Raffaele Giorgio, titolare del laboratorio: prima a telefono e poi di persona. Nelle conversazioni intercettate si fa espresso riferimento a pomodori arrivati dalla Cina (eppure l’azienda conserviera opera in zona di elezione del pomodoro San Marzano) e trattati con pesticidi. Sostanze evidentemente non dichiarate e la cui presenza negli scarti di lavorazione avrebbe inibito lo smaltimento negli impianti di compostaggio. Quei pesticidi, se l’ipotesi di accusa fosse confermata, sarebbero finiti sulle nostre tavole e poi nel terreno, entrando definitivamente nel ciclo alimentare.

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