Arrestati il titolare e due addetti alla struttura salernitana

Falsi certificati dal laboratorio per smaltire rifiuti tossici

L’inchiesta della procura di Santa Maria Capua Vetere ha interessato altre province campane e deriva da un filone che già portò a molti arresti
15 luglio 2008 - Rosa Coppola
Fonte: Corriere del Mezzogiorno

SANT’EGIDIO DEL MONTE ALBINO (SA) – Operazione "Carte false" contro lo smalti-mento illecito dei rifiuti: 3 arresti, 24 denunce, 9 decreti di perquisizione per ditte che hanno beneficiato dei falsi atti, un laboratorio di analisi sotto sequestro.
Sono questi i numeri dell’inchiesta, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere, e che ha interessato le province di Caserta, Avellino e Salerno, operazione che è il prosieguo della iniziale operazione denominata "Chernobyl" del 2007.
Tre le ordinanze di custodia cautelare – con beneficio dei domiciliari – eseguite dai carabinieri del Noe di Salerno, coordinati dal luogotenente Giuseppe Recchimuzzi – i cui destinatari sono il titolare e a due dipen-denti del laboratorio di analisi Ecoscreening di Sant’Egidio del Monte Albino. Si tratta di: Raffaele Giorgio, 55 enne, paganese e dei due operatori: Patrizia Laudisio, 30 anni  sarnese ma residente a San Valentino Torio, e Pasquale Velleca, 41 enne, scafatese, chimico del laboratorio, raggiunto dai militari a Rossano Calabro in un villaggio turistico, era il suo primo giorno di vacanza. L’accusa, secondo il Gip Egle Pilla, che ha firmato i provvedimenti (e nel contempo si è dichiarato incompetente rinviando gli atti), è di associazione a delinguere, traffico organizzato illecito di rifiuti, falso ideologico commesso in atto pubblico, disastro ambientale. Secondo gli atti, il laboratorio, già presente nella precedente operazione (quando fu indivi-duato dalla ditta di compostaggio della So.Ri.Eco sri di Castelnuovo di Conza quale laboratorio per le analisi dei campioni) emetteva, materialmente, e dietro compenso, i certificati falsi per un valore di circa 1 milione e 500 mila curo. Tutto sembrava se-condo legge. Gli uomini del comando provinciale di Napoli, diretti dal maggiore Gio-vanni Caturano, infatti, hanno avuto un bel da fare prima di riuscire ad individuare quel-la che sembra essere solo la punta di un iceberg, visto che è coinvolta la intera regione e qualche città della vicina Calabria. Fondamentali, ancora una volta, le intercettazioni che hanno eloquentemente denunciato quanto si verificava tra il laboratorio e le ditte dell'Agro che sono state perquisite (la Giaguaro di Sarno, l’Acse di Scafati, la Eredi Mancuso di Sarno, la Mecsal Progress di Scafati, Ditta Tortora Vittorio di Nocera Inferiore). «Gli arresti di oggi – commenta Michele Buonomo di Legambiente – sono una chiara e concreta dimostrazione che il disegno di legge sull’intercettazioni approvato recentemente è un regalo all’ ecomafia rendendo il traffico illecito dei rifiuti ancora più facile». «Il laboratorio effettua analisi
senza sapere a chi andranno» ha affermato l’avvocato Daniela Genovese che evava preso la difesa di Raffaele Giorgio, salvo poi ri-nunciare all’incarico in serata.
«Esiste la dicitura ‘come da campione’, – aveva proseguito il legale prima della rinuncia – non è certo compito loro sapere cosa viene inviato e, ancora, non sono tenuti a sa-pere come i certificati saranno utilizzati. Sono in buona fede. Ora, esiste un laboratorio con 8 dipendenti che esegue anche altre analisi, alimentari, e se si continua a tenerlo sot-to sequestro si rischia il licenziamento e la chiusura».

 

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