Veleni smaltiti nelle campagne invece di finire nei depuratori: per le aziende costi abbattuti per l’ambiente danni enormi

Carte false per i rifiuti pericolosi, tre arresti

Nel Salernitano la centrale delle analisi truccate: scorie nocive «trasformate» in concime. Perquisizioni in nove aziende
15 luglio 2008 - Rosaria Capacchione
Fonte: Il Mattino

Le cifre degli smaltimenti illegali La fabbrica delle carte false è una modesta villetta a Sant’Egidio Montalbino, in provincia di Caserta. È un laboratorio di analisi accreditato, specializzato in testi merceologici sui rifiuti. È anche la catena di montaggio che sfornava attestati di idoneità al trasporto di scorie industriali fino ai silos degli impianti di compostaggio. In quel laboratorio, per mera alchimia, sparivano le tracce di metalli pesanti o di pesticidi e il rifiuto diventata miracolosamente idoneo alla trasformazione in concime. Senza «Ecoscreening» - e senza gli analisti capuani arrestati un anno fa - il miracolo non sarebbe mai avvenuto. Senza i tecnici di laboratorio venuti a patti con gli avvelenatori dell’ambiente, scrive la Procura di Santa Maria Capua Vetere, la catena si sarebbe interrotta e l’alea di legalità che nascondeva il sistema di inquinamento sistematico dei terreni di mezza Campania avrebbe lasciato il posto al più semplice trasporto illegale di rifiuti: roba da arresto in flagranza, in caso di controllo; e di condanna per direttissima. E invece no. Tre camici bianchi, a distanza di mesi dalla scoperta della discarica illegale che erano gli impianti di Castelvolturno (Naturambiente) e di Castelnuovo di Conza (Sorieco), avevano continuato a falsificare gli esami di laboratorio e a rendere «compatibili con l’ambiente» rifiuti speciali e pericolosi. All’alba di ieri, a conclusione di una indagine dei carabinieri del Noe, coordinata dalla Procura di Santa Maria Capua Vetere (il capo dell’ufficio Corrado Lembo, l’aggiunto Paolo Albano, il pm Donato Ceglie) sono finiti tutti e tre agli arresti domiciliari: il titolare del laboratorio, Raffaele Giorgio, di 55 anni, e due suoi collaboratori, Patrizia Laudisio di 30 anni e Pasquale Velleca, di 31. Rispondono, così come contestato nell’ordinanza di custodia cautelare firmata dal gip Egle Pilla, di traffico illecito di rifiuti, falso ideologico e disastro ambientale. Altre 24 persone, residenti tra Caserta, Avellino e Salerno sono indagate nello stesso procedimento. Sono nove le aziende che si servivano del laboratorio, perquisite ieri mattina: Milione, a Cava de’ Tirreni; Geos Environment, a Sessa Aurunca; Giaguaro spa, a Sarno; Eco Sistem, a San Felice a Cancello; Acse spa, a Scafati; Eredi Mancuso, ad Avellino; Consorzio Gestione Servizi, ad Avellino; Mexall Progress, a Scafati; Tortora, a Nocera Inferiore. All’attività del laboratorio i carabinieri del Noe sono arrivati nel prosieguo delle indagini dell’operazione Chernobyl, durante gli accertamenti - durati fino alla primavera scorsa - sulla Sorieco. Le intercettazioni telefoniche documentano le analisi su commissione, tutte finalizzate ad aggirare la normativa sulla tutela dell’ambiente e della salute. Emblematica la conversazione tra una dipendente della «Giaguaro», industria conserviera dell’agro nocerino-sarnese - la terra del pomodoro San Marzano - e il titolare del laboratorio. «Allora, io ti dò un campione del concentrato della Cina...tu mi devi fare tutte le analisi, su questo campione, oltre ai pesticidi, mi devi fare ...allora, di tutto quello che io ti mando, tu mi fai, tutti i parametri... di questo, di uno , tu me lo fai effettivamente vero. Di quelli precedenti! invece....». Raffaele Giorgio aveva interrotto l’interlocustrice, che però aveva continuato: «Allora, facciamo così, io domani o dopodomani ti mando l’elenco di tutte le sigle dei cassoni dalla Cina e in più un campione che è arrivato adesso...io poi te lo scrivo per bene quello che cerco. Poi ci sentiamo e parliamo bene». Bastava pagare, dicono gli investigatori, e il certificato veniva preparato su misura. Un milione e mezzo di euro in pochi anni, quanto è bastato per rimpinguare il conto in banca e addomesticare le coscienze.

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