Le forze armate: risponderemo agli attacchi
L’Esercito arriva a Chiaiano con un mandato preciso: quello di garantire la messa in sicurezza dell’ex poligono, destinato a trasformarsi - entro la fine dell’anno - in discarica per i rifiuti solidi urbani della città di Napoli. Tecnicamente per i 150 soldati della Brigata Garibaldi (la stessa che è impegnata in Libano nell’«Operazione Leonte») non si può parlare di «regole d’ingaggio», ma di «consegne». Semplicemente ordini. «Il nostro compito è quello di vigilare dall’interno il sito - spiega il colonnello Giulio Carletti, della VIII Brigata Garibaldi, chiamato a coordinare i militari addetti alla vigilanza della discarica di Chiaiano - Dobbiamo proteggere anche il personale che lavora negli stessi siti». Ma che cosa succede nel momento in cui i soldati - la cui competenza a vigilare resta comunque limitata all’interno del perimetro della cava di via Cupa del Cane - dovessero diventare bersaglio di atti violenti tesi a offendere la persona? È sempre il colonnello Carletti a chiarire: «Se un nostro militare verrà minacciato, ci sarà una reazione proporzionale alla minaccia». Chiarissimo il senso: i militari hanno, in questo caso, l’autorizzazione anche all’uso delle armi. Più specifico ancora, il colonnello illustra le singole consegne impartite ai militari che da ieri sono nella cava di Chiaiano. «Noi - conclude - abbiano la possibilità di immobilizzare gli intrusi, identificarli, perquisirli e accompagnarli alle forze dell’ordine». Da oggi, insomma, nessun genere di intrusione o di atto violento teso a limitare le attività del «sito di interesse strategico nazionale» potrà essere tollerato. Ieri a Chiaiano si respirava un’atmosfera pesante. Quando i telegiornali hanno iniziato a diffondere le notizie diffuse dal Dipartimento della protezione civile, che indicavano come l’Esercito era entrato nella cava dell’ex poligono, il clima ha iniziato a surriscaldarsi. Fino a farsi rovente in serata. Su alcuni muri sono comparse anche scritte minacciose rivolte al sindaco di Napoli e al presidente della Regione Campania: «Iervolino-Bassolino, una sola sorte. condannati a morte», con tanto di teschio disegnato con vernice spray rossa e blu. «Occorre attendere e capire bene che situazione si sta venendo a determinare - dice un alto funzionario della Questura di Napoli - Tutto sta a vedere quel che accadrà nelle prime 24 ore». Più che segnali, sono veri e propri squilli di rivolta quelli che giungono dal quartiere di Chiaiano, come pure da due Comuni limitrofi, Marano e Mugnano. «Qua dobbiamo tornare a dare mazzate», dice un giovane dai capelli rasati a due amici fermi sul ciclomotore, non lontano dai gazebo che ospitano i rappresentanti dei comitati civici anti-discarica. Ma la gran parte dei cittadini di Chiaiano sceglie la forma della protesta civile e non violenta. Per fortuna. Fioriscono anche leggende metropolitane. «Sapete - dice una donna - ora il termovalorizzatore si dice che lo vogliano fare a Mugnano. Si dice pure che la gente ha accettato. in cambio di 7000 assunzioni nello stesso impianto».