Si tratta sul Cip6 per non bloccare il piano termovalorizzatori
Il via libera di Berlusconi sul termovalorizzatore di Salerno giunge da Toyako dove il premier partecipava al vertice dei G8. Il premier ha ricordato che «per la fine dell'anno, sarà operativo il termovalorizzatore di Acerra per la sua prima parte, inizieranno presto i lavori per il termovalorizzatore di Salerno». Il che fa il paio con la conversione in legge del decreto 90 avvenuto ieri al Senato che mette un punto fermo sulla gestione dell’emergenza rifiuti. La legge contiene un riferimento preciso al regime di aiuti alle imprese che investiranno nella realizzazione dei termovalorizzatori e che implica non pochi problemi al bando di gara che il commissario di governo Vincenzo De Luca ha per questo «congelato». «Non partiamo con gli inviti - trapela da palazzo di città - fino a quando non sarà definito il regime di aiuti, tra l’altro c’è anche un decreto, il 113 del 30 giugno che contiene riferimenti a questo specifico tema e che dovrebbe essere anch’esso convertito in legge». Insomma c’è ancora confusione e, tra le pieghe della decretazione d’urgenza, ci sono scampoli di composizione. La legge infatti appena approvata parla chiaro. Gli aiuti europei saranno consentiti solo per la parte di rifiuti organici che sarà conferita ai termovalorizzatori. Il che significa che se si sversassero ecoballe con il loro contenuto di rifiuti organici, con il Cip 6 (l’aiuto economico garantito all’energia prodotta da fonti rinnovabili - e i rifiuti in questa forma lo sarebbero -) allora qualcosa entrerebbe nelle tasche di chi investe nel termovalorizzatore di Salerno (costo complessivo 400 milioni). Mentre di organico da conferire ai termovalorizzatori nella realtà non ce n’è, finendo la frazione umida, con il ciclo dei rifiuti a regime, direttamente negli impianti di compostaggio. Quindi niente soldi, o quasi. Tra l’altro la legge appena approvata consente lo smaltimento delle ecoballe solo nell’impianto in costruzione di Acerra. Quindi? Quindi è partita una nuova offensiva per ottenere quanto più è possibile da provvedimenti di cornice che possano allargare il contributo Cip6 a tutti i rifiuti smaltiti nel termovalorizzatore di Salerno. Si lavora per far fronte al famigerato articolo 8-bis del decreto che parla solo di frazione organica. E su questo oltre all’asse Vessa-Bonavitacola, è in azione anche un fitto scambio di comunicazioni tra il senatore del pd Alfonso Andria e il sottosegretario all’emergenza Guido Bertolaso. Andria che ieri in aula si è battuto sul tema Cip6, non è particolarmente preoccupato dunque su questo versante. «Dubbi e incertezze sul decreto rifiuti passato al Senato, beninteso ce ne sono - spiega Andria che è anche ministro dell’Agricoltura nel governo ombra di Veltroni - ma la maggioranza su input del governo ha fatto fronte compatto per evitare anche un solo emendamento e la seconda lettura a Camera e Senato conseguente. Ma con Bertolaso stiamo lavorando a soluzioni che consentano di tener dentro le norme sul Cip6 con un altro provvedimento. È indispensabile estendere il sistema di incentivi Cip6 agli impianti di termovalorizzazione a Salerno ed in Campania. Soltanto così potranno essere attratti capitali. Una condizione imprescindibile senza la quale la realizzazione di questi impianti verrebbe posta seriamente a repentaglio». Andria ha anche difeso le Province: «Non i gestire gli impianti, avendo titolarità nel controllo su di essi». E ha mostrato preoccupazione circa l’eventualità di trasferimenti di personale dai Consorzi di Bacino: «impossibile trasformare un rapporto di lavoro privato in pubblico».