I superpoteri danno alla testa, quella di De Gennaro

29 gennaio 2008 - Eleonora Formisani
Fonte: Carta

Lo ha stabilito l’articolo 2, comma 3, dell’ordinanza firmata da Romano Prodi: il prefetto e commissario straordinario per l’emergenza rifiuti Gianni De Gennaro può chiedere l’uso delle Forze armate per l’apertura e la protezione dei cantieri e dei siti per risolvere la situazione in Campania e per la raccolta e il trasporto dell’immondizia.
Lo aveva confermato De Gennaro in prima persona ai tanti comitati cittadini che si oppongono alla riapertura delle discariche elencate nel «piano anticrisi».
Stabilito e confermato. E questa mattina De Gennaro è passato all’azione.

Succede a Marigliano, in provincia di Napoli, un comune di 30 mila abitanti nell’agro nolano. I cittadini erano scesi per le strade, ancora una volta, per protestare contro la riapertura della discarica di Boscofangone dove ieri si è appreso saranno collocate le «ecoballe». Nient’altro che immondizia impacchettata nel cellophane. 30 mila, dice De Gennaro, da «stoccare provvisoriamente». Ma la gente si domanda se davvero tutta quella spazzatura sarà rimossa. Scendono per le strade: donne, uomini, anziani e bambini, per dare vita ad un sit-in pacifico. Sono circa duecento davanti i cancelli di Boscofangone. I camion delle ecoballe devono passare e con loro anche le ruspe, sono scortati dalle forze dell’ordine in assetto antisommossa. Caricano tutti, c’è persino una donna incinta. La chiamano «manovra di alleggerimento».
Tra i manifestanti c’è anche il sindaco, Felice Esposito Corcione: «Non posso più fermare la protesta dei cittadini che era pacifica, ma che si è esasperata quando hanno visto le ruspe in azione», ha detto.
Antonio era lì, lo abbiamo raggiunto per telefono. «Appena ho sentito le campane che suonavano per dare l’allarme sono accorso. Non crediamo più alle promesse delle istituzioni. Qui c’è un alto tasso di tumori, la falda acquifera e a circa tre metri e ci sono anche i fanghi tossici seppelliti. Sappiamo che l’immondizia deve essere messa da qualche parte ma questa non è una soluzione».
Quella di Marigliano una scena già vista a Serre [Salerno] lo scorso anno. Ma non solo.
Del resto è De Gennaro che deve gestire l’«emergenza». È lui che ha i «superpoteri»: l’ex capo della polizia, quello della mattanza di Genova, della Diaz.

Ieri dopo che i cittadini di Gianturco avevano occupato i binari della metropolitana per protestare, anche loro, contro l’invio di 39 mila ecoballe nell’ex Manifattura Tabacchi, li aveva ricevuti in Prefettura ed era stato irremovibile. Andremo avanti in ogni modo, aveva detto. Le ecoballe saranno trasferite «in brevissimo tempo, a giorni».

E oggi? In audizione davanti alla Commissione d’inchiesta sul ciclo dei rifiuti De Gennaro ha illustrato i punti del suo Piano. Nel prossimi cento giorni, tanto resta del periodo da super-commissario, è necessario smaltire 1 milione di tonnellate di rifiuti. «Per gestire questa emergenza – ha spiegato–ho bisogno di soldi». Parla dell’«apporto prezioso» che le regioni stanno dando, anche se «irrilevante» rispetto all’emergenza. «Però mi ha aiutato a ripristinare un rapporto di fiducia e ad avviare un circuito virtuoso con le comunità locali», dice. E poi: «Tengo conto di tutte le richieste che mi vengono fatte dai sindaci, anche di quelle del sindaco di Marigliano, dove pure ci sono incidenti: così non andiamo avanti». E aggiunge: «Mi auguro che prevalga il buonsenso, perché da qualche parte dovremo pur mettere tutte queste tonnellate di spazzatura. Certo è che se la protesta si diffonde diventa un nonsenso".

Stando a quello che succede il «rapporto di fiducia» di cui parla sembra non essere mai scattato.
Oggi è stata ancora una giornata di protesta: a Nola, a San Giorgio a Cremano, a Giugliano.
E lui cosa fa? Manda l’esercito, chiede più soldi, si lamenta della scarsa generosità delle regioni e parla di buonsenso.
A Marigliano il presidio continua con il sostegno dei sindaci della zona e di tante associazioni.

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