Assunti ma a tempo determinato gli ex dipendenti degli impianti Cdr
11 luglio 2008 - Conchita Sannino
Fonte: Repubblica Napoli
Lasciati al palo dal gruppo Impregilo, respinti dalle Province, ora i lavoratori degli impianti Cdr - divenuti acefali - si avviano a diventare precari in attesa di sistemazione futura: anche se saranno assunti direttamente da Palazzo Chigi, ma a termine.
Sarà infatti una soluzione-ponte, a tempo determinato, a salvare dallo spettro del licenziamento i 550 dipendenti dei 7 stabilimenti di Cdr (combustibile da rifiuti) della Campania. Si tratta degli impianti simbolo del disastro rifiuti a cui Palazzo Chigi ha deciso in queste ore di cambiare nome: si chiameranno Stir, stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti, nuovo "battesimo" che non è sufficiente a sciogliere il rompicapo.
Ci sarà dunque per i lavoratori degli Stir un nuovo contratto, ipotesi adottata dal sottosegretario Guido Bertolaso dopo l´ultimo incontro fiume di sei ore, avvenuto ieri a Palazzo Salerno. Ma avrà una durata ancora da stabilire: forse 12 mesi, forse un anno e mezzo. Poi la palla passerà nuovamente alle Province, che per ora sono riuscite a schivare la responsabilità di quella gestione, opponendo in più riunioni con il sottosegretario un "no" compatto e argomentato; paventando soprattutto il rischio «bancarotta». Quel pezzo di carta atteso da Roma, «è un fallimento, una tragedia, ma almeno qualcuno ci dice che non dobbiamo andare in mezzo alla strada da un giorno all´altro», scuotono la testa Gino e Francesco, rispettivamente lavoratore e rappresentante della Rsa di Pianodardine, Avellino, che ieri restano in piedi per sei ore, sotto la sede del Comiliter, con altri cento dipendenti, in attesa di notizie. Per la prima volta nella sua storia, il governo pensa ad assumere 550 dipendenti - metalmeccanici: quelli travolti - loro malgrado - dalle inchieste che hanno colpito il gruppo Impregilo, che ha deciso di abbandonare gli impianti, lasciando senza un destino certo i rispettivi lavoratori nei Cdr di Caivano, Giugliano, Tufino, Battipaglia, Santa Maria Capua Vetere, Casalduni e Pianodardine. Al tavolo di ieri ha partecipato il sottosegretario Bertolaso con il generale dell´esercito Franco Giannini. Schierati di fronte a loro, i delegati Gennaro Gicchetti, della Uilm Uil; Francesco Cennamo, di Fim Cisl; Vincenzo Argentato della Fiom Cgil; Giovanni Sannino, Fillea Cgil; Roberto Punzo, Filca Cisl, gli stessi che hanno poi sottoscritto l´accordo che mira ad una successiva ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri. «Il governo intende salvaguardare posti di lavoro, livelli contributivi, ma non saremo noi la soluzione finale», ribadisce Bertolaso. In serata il sindacalista Argentato della Fiom esprime «sincero apprezzamento per l´attività del sottosegretario», ma annuncia «forti perplessità per la soluzione a tempo determinato, deteriore rispetto al rapporto che preesisteva».
Sarà infatti una soluzione-ponte, a tempo determinato, a salvare dallo spettro del licenziamento i 550 dipendenti dei 7 stabilimenti di Cdr (combustibile da rifiuti) della Campania. Si tratta degli impianti simbolo del disastro rifiuti a cui Palazzo Chigi ha deciso in queste ore di cambiare nome: si chiameranno Stir, stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio dei rifiuti, nuovo "battesimo" che non è sufficiente a sciogliere il rompicapo.
Ci sarà dunque per i lavoratori degli Stir un nuovo contratto, ipotesi adottata dal sottosegretario Guido Bertolaso dopo l´ultimo incontro fiume di sei ore, avvenuto ieri a Palazzo Salerno. Ma avrà una durata ancora da stabilire: forse 12 mesi, forse un anno e mezzo. Poi la palla passerà nuovamente alle Province, che per ora sono riuscite a schivare la responsabilità di quella gestione, opponendo in più riunioni con il sottosegretario un "no" compatto e argomentato; paventando soprattutto il rischio «bancarotta». Quel pezzo di carta atteso da Roma, «è un fallimento, una tragedia, ma almeno qualcuno ci dice che non dobbiamo andare in mezzo alla strada da un giorno all´altro», scuotono la testa Gino e Francesco, rispettivamente lavoratore e rappresentante della Rsa di Pianodardine, Avellino, che ieri restano in piedi per sei ore, sotto la sede del Comiliter, con altri cento dipendenti, in attesa di notizie. Per la prima volta nella sua storia, il governo pensa ad assumere 550 dipendenti - metalmeccanici: quelli travolti - loro malgrado - dalle inchieste che hanno colpito il gruppo Impregilo, che ha deciso di abbandonare gli impianti, lasciando senza un destino certo i rispettivi lavoratori nei Cdr di Caivano, Giugliano, Tufino, Battipaglia, Santa Maria Capua Vetere, Casalduni e Pianodardine. Al tavolo di ieri ha partecipato il sottosegretario Bertolaso con il generale dell´esercito Franco Giannini. Schierati di fronte a loro, i delegati Gennaro Gicchetti, della Uilm Uil; Francesco Cennamo, di Fim Cisl; Vincenzo Argentato della Fiom Cgil; Giovanni Sannino, Fillea Cgil; Roberto Punzo, Filca Cisl, gli stessi che hanno poi sottoscritto l´accordo che mira ad una successiva ordinanza della presidenza del Consiglio dei ministri. «Il governo intende salvaguardare posti di lavoro, livelli contributivi, ma non saremo noi la soluzione finale», ribadisce Bertolaso. In serata il sindacalista Argentato della Fiom esprime «sincero apprezzamento per l´attività del sottosegretario», ma annuncia «forti perplessità per la soluzione a tempo determinato, deteriore rispetto al rapporto che preesisteva».