Toccherà al sottosegretario Bertolaso la scelta decisiva Il pool di esperti ha terminato il lavoro conoscitivo

Termovalorizzatore ad Agnano, nuova frenata

Dubbi della commissione: spazio angusto e territorio geologicamente instabile. Domani il verdetto finale
8 luglio 2008 - Luigi Roano
Fonte: Il Mattino

Sull’area ex Nato di Agnano, quale sito individuato dal Comune per costruire il termovalorizzatore, «ci sono più dubbi che certezze». Ecco quanto trapela dall’analisi conclusiva della commissione che ha esaminato l’area, mettendo sulla bilancia i pro e i contro della scelta. Domani la decisione sarà resa pubblica, perché il lavoro della commissione è finito ieri. Quello che trapela, appunto, è che «i dubbi prevalgono sulle certezze». Vale a dire Agnano, l’area ex Nato, ha almeno due controindicazioni: è troppo piccola per ospitare un termovalorizzatore ed è geologicamente instabile. L’ultima parola toccherà al sottosegretario all’emergenza rifiuti Guido Bertolaso, sarà lui ad assumersi la responsabilità della decisione. Il capo della protezione civile, appena avrà tra le mani la documentazione della commissione, chiamerà il sindaco Rosa Russo Iervolino e l’assessore competente Gennaro Mola che hanno fortemente sponsorizzato la soluzione Agnano per fare il punto sulla situazione. Il pool di esperti è presieduto da Edoardo Cosenza, preside della facoltà di Ingegneria della Federico II; ne fanno parte il geologo Paolo Gasparini, Gennaro Volpicelli ordinario di chimica industriale e presidente della commissione di collaudo del termovalorizzatore di Acerra, Piero Salatino direttore dell’istituto Cnr per la combustione e per il dipartimento della protezione civile, Bernardo De Bernardinis direttore generale dell’ufficio previsione e prevenzione dei rischi naturali. Dovessero prevalere i dubbi quindi, Bertolaso sarà costretto a prendere in mano lui la situazione e scegliere il sito più idoneo per costruirvi l’inceneritore. A palazzo San Giacomo nessuno se lo augura ma la situazione è abbastanza incerta. Ore decisive, dunque, quelle che si profilano per capire dove e come si farà il termovalorizzatore. La recente trasferta della Iervolino all’impianto modello di Brescia con una pattuglia di consiglieri comunali per verificare di persona che gli inceneritori non sono un pericolo per la salute, è stata l’opportunità per capire come lavorano al Nord su questo tema. A Brescia la Iervolino ha acquisito una serie di informazioni sulla società interamente pubblica la A2a - gli azionisti sono i comuni di Milano e Brescia. La A2a è quotata in borsa e il titolo va forte. Negli ultimi tre anni i soci hanno incassato un dividendo da 50 milioni di euro. Quello del 2007, è arrivato addirittura a 80 milioni. Soldi impiegati per finanziare le politiche sociali locali con 50 milioni e la restante parte per la cultura. Brescia finanzia - nella sostanza - l’assistenza alle fasce più deboli e le attività culturali con la spazzatura. E ancora: nel bilancio del Comune per la cultura sono destinati al massimo un paio di milioni di euro. Un decimo di quanto Brescia riesce a spendere utilizzando i soldi ricavati dall’incenerimento dell’immondizia. L’impianto lombardo, oltre a procurare sold,i produce energia per il riscaldamento di tutta la provincia bresciana che conta un milione e 200mila persone. Ma l’inceneritore potrebbe essere utilizzato per produrre energia in grado di illuminare anche un città di 400mila abitanti. L’impianto lombardo brucia mediamente 2500 tonnellate al giorno quello di Napoli dovrebbe essere notevolmente più piccolo destinato a ingoiare tra le 1500 e le 1000 tonnellate al giorno. Costerebbe sicuramente oltre 150 milioni di euro.

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