Le Province bocciano il piano «Non gestiremo noi i Cdr»

Incontro con Bertolaso, no all’assunzione del personale
8 luglio 2008 - Petronilla Carillo
Fonte: Il Mattino

Dalle Province campane arriva un deciso «no» alla proposta del governo Berlusconi di trasferire loro la proprietà dei Cdr. Un provvedimento, questo, previsto nell’ultimo decreto sull’emergenza rifiuti ma che potrebbe non trovare facilmente attuazione. La rivolta dei presidenti ieri pomeriggio nel corso di una riunione che si è tenuta a Roma con il sottosegretario Guido Bertolaso. Assente soltanto il numero uno di palazzo Caracciolo rimasto bloccato ad Avellino dal voto di sfiducia. Una contestazione forte che ha spinto Bertolaso a chiedere un aggiornamento dell’incontro e l’apertura di un tavolo tecnico. Il prossimo appuntamento è per domani a Napoli. Poche ma solide le ragioni esposte dagli amministratori locali che hanno costituito fronte comune. E una di questa riguarda proprio l’assunzione dei dipendenti dei sette impianti: circa 500 unità che dovrebbero passare dal privato al pubblico e senza concorso. Una spesa enorme per le magre casse provinciali, una voce in bilancio difficile da giustificare. E soprattutto, ritengono alcune Province, un atto che rischia di violare la legge. Contestata anche la funzione che gli enti andrebbero a svolgere: da controllori a gestori di impianti che sono «fallimentari», come hanno più volte sottolineato i presidenti nel corso della riunione romana. Gli amministratori locali temono le lavorazioni che escono dai Cdr e che non sono prodotti ben rifiniti. Quindi, assolutamente, non intendono accollarsi la responsabilità di impianti «difettati». La legge regionale di recente approvazione prevede sì un passaggio di competenze alle Province ma, ci tengono a sottolineare gli amministratori, riguarda l’interno ciclo dei rifiuti: dalla raccolta allo smaltimento. Un ciclo da realizzare attraverso la costituzione di società miste di gestione, pubblico-privato. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che le Province intendono mediare con il Governo: avere un piccolo aiuto nella costituzione delle società potrebbe significare aprire anche un ragionamento comune sugli impianti di Cdr. Tutto ciò, chiedono ancora le amministrazioni locali, a patto che questi vengano trasformati in impianti di compostaggio. Ma, soprattutto, le Province chiedono che la trattativa venga portata a termine con la mediazione della Regione Campania. Anzi, sperano che l’amministrazione di palazzo Santa Lucia faccia proprie le loro posizioni e venga incontro alle proprie esigenze con l’attuazione della legge regionale. Appuntamento domani, dunque, a palazzo Salerno per riaprire la discussione. Resta da vedere, però, cosa deciderà il Governo: in ballo, al momento, restano circa 550 posti di lavoro e il destino di una regione martoriata dalla continua emergenza.

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