I pm: Pansa non impedì lo smaltimento illegale

Le accuse della Superprocura al prefetto firmato da Lepore l’avviso di chiusura indagini
7 luglio 2008 - Leandro del Gaudio
Fonte: Il Mattino

La firma di Giovandomenico Lepore, quella del procuratore aggiunto Aldo De Chiara e dei due pm Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo. Sono i vertici della Procura napoletana a firmare l’avviso di conclusione delle indagini a carico dei commissari e dei loro vice che si sono alternati alla guida del ciclo di smaltimento dei rifiuti in Campania, nella cosiddetta fase transitoria, dal 2005 al 2007. È la Superprocura a firmare le accuse che ora coinvolgono anche il prefetto Alessandro Pansa e l’ex commissario Corrado Catenacci, a dimostrare la piena assunzione di responsabilità dei vertici inquirenti napoletani in una vicenda di estrema delicatezza. Trentuno indagati, in quello che formalmente è l’atto che fa da preludio a una possibile (anche se nient’affatto scontata) richiesta di rinvio a giudizio. Pansa risponde di gestione illecita di rifiuti, abuso d’ufficio, truffa aggravata, falso idologico. Chiaro il ragionamento che ha spinto gli inquirenti napoletani a chiamare in causa i due ex commissari: Pansa e Catenacci vengono indagati come soggetti con «obbligo impeditivo di un evento». Non impedire un reato è come cagionarlo. Di qui l’accusa di truffa. Scrivono gli inquirenti a proposito del prefetto Alessandro Pansa: «Sovrintendeva la gestione senza impedire, anzi consentendo la violazione della normativa ambientale e delle ordinanze della presidenza del consiglio dei ministri autorizzative degli impianti, a valle della raccolta dei rifiuti». Detto in soldoni, Pansa non avrebbe interrotto un ciclo di raccolta dei rifiuti ritenuto dalla Procura di Napoli non in linea con le norme del governo, garantendo in questo modo vantaggi all’ati affidataria del servizio. Parole dure che parlando di «concorso nello stesso disegno criminoso», su cui è logico attendersi una replica difensiva. Non si esclude che Pansa possa essere interrogato nei venti giorni assicurati a chi viene raggiunto dall’avviso di chiusa inchiesta, prima della prossima mossa della Procura. Tra i trentuno indagati anche Ciro Turiello e Renzo Pellegrini, quest’ultimo responsabile dei codici cer che consentivano lo smistamento dei rifiuti. Ora la parola ai difensori, tra cui anche Claudio Botti, Orazio Cicatelli, Ilaria Criscuolo, Efisio Figus Diaz, Giuseppe Fusco, Stefano Montone, Luigi Tuccillo.

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