Allarme delle Asl: budget insufficienti per potenziare i servizi veterinari, il dossier sul tavolo di Bassolino

Diossina, richiesto lo stato di emergenza

Istanza alla regione, oltre cento aziende ancora sotto sequestro
3 luglio 2008 - Lorenzo Calò
Fonte: Il Mattino Caserta

L’atto è stato sancito ieri dopo un lungo vertice in prefettura: sulla crisi diossina che da più di tre mesi sta investendo il settore della mozzarella di bufala, verrà chiesto lo stato di emergenza alla Regione Campania. Il dossier dunque approda sul tavolo del governatore Bassolino e di tre assessori: Montemarano (sanità), Cozzolino (attività produttive) e Ganapini (ambiente). Sotto i riflettori il disagio di un comparto produttivo soltanto in parte risollevato dall’esito positivo della vicenda sicurezza aperta con l’Ue e dalla meticolosità dell’apparato dei controlli a tappeto disposti nelle settimane scorse dalla Regione. Restano da sciogliere alcuni nodi: dalla crisi di vendite al calo di consumi del prodotto per finire - e sono le dolenti note affrontate ieri nel corso del vertice a cui hanno preso parte Regione, Asl e associazioni di categoria - all’obbligo di smaltimento degli oltre trenta milioni di litri di latte (contaminato) in giacenza e quindi assolutamente non utilizzabile in alcun ciclo produttivo. E - a distanza di oltre tre mesi dalla clamorosa esplosione del caso mozzarella alla diossina - in provincia di Caserta restano sotto sequestro cautelare ancora 104 aziende di settore. Di queste almeno trenta risultano al limite di tollerabilità per quanto attiene alle concentrazioni di diossina nel latte, altre 40 completamente fuori norma anche alla luce delle ultime analisi. Il che vuol dire, in quest’ultimo caso, migliaia di litri di latte rimasto a terra da almeno novanta giorni per il quale il destino è uno solo: la distruzione secondo i criteri stabiliti dalla normativa regionale. E qui si apre un altro capitolo quanto meno controverso: lo scorso aprile la giunta regionale ha approvato una delibera che stanziava un milione e mezzo di euro delineando i contorni di una gara d’appalto riservata ad aziende specializzate nella raccolta e nello smaltimento (leggasi distruzione) del latte contaminato. Ma il piano resta tuttora fermo: la gara è andata deserta e la Regione sta approntando un altro strumento (individuazione diretta) per agire in tempi brevi. «Resta il problema - sottolinea Tommaso De Simone, leader provinciale di Coldiretti - che va subito eliminato il latte contaminato che giace da tempo nelle aziende e che certo non può essere custodito in questo modo». Resta poi da capire anche quale fine farà l’altro latte congelato rimasto invenduto durante le settimane turbolente dell’emergenza nazionale: anche su questo punto (i criteri di utilizzo e i campi produttivi) gli organismi di categoria non hanno ancora trovato un accordo. Ultimo (si fa per dire) elemento di preoccupazione: le Asl (in particolare la Caserta 2) hanno candidamente ammesso di non disporre di budget sufficienti per il potenziamento dei servizi veterinari e gli imprenditori del settore continuano a denunciare perdite (con cali anche del 30 per cento) nei consumi e nelle vendite di mozzarella, specie nella Gdo. Insomma, se il caso internazionale è, giustamente, rientrato e se anche il governo ha promesso impegni per rilanciare l’immagine del settore, l’impressione è che la diossina - a riflettori spenti - continui a essere un incubo.

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