Impregilo, Cassazione contro il gip «Semplicistico l’atto di sequestro»

La Suprema corte: parte del profitto proviene da attività lecite
3 luglio 2008 - l.d.g.
Fonte: Il Mattino

Il sequestro di 750 milioni di euro nei confronti di Impregilo è stato disposto «semplicisticamente». È quanto emerge dalle motivazioni che hanno spinto i giudici della Cassazione ad accogliere parte delle conclusioni difensive del gruppo Impregilo, disponendo una revisione del provvedimento del gip poi confermato la scorsa estate dal Riesame di Napoli. È tutto da ricalcolare, dunque, in ogni sua singola voce, il maxisequestro da 750 milioni di euro disposto dalla magistratura napoletana, nell’ambito dell’inchiesta sui rifiuti, nei confronti di Impregilo spa, la capogruppo delle imprese che si erano aggiudicate l’appalto dello smaltimento dei rifiuti solidi urbani della Campania. Lo rende noto la Cassazione nelle motivazioni depositate oggi - sentenza 26654 delle Sezioni Unite penali - con le quali, lo scorso 27 marzo, aveva disposto l’annullamento con rinvio, per un nuovo riconteggio di cui allora non si conosceva la portata, dell’ordinanza di sequestro milionario del gip Rosanna Saraceno. In particolare la Cassazione sottolinea che nel disporre il maxisequestro non si è tenuto conto che non tutto il profitto di Impregilo era illecito: una parte proviene da attività «pulita e conforme ai contratti stipulati e quindi non deve essere calcolata nelle somme da immobilizzare». Si assottiglieranno - dunque - i 301 milioni di euro bloccati come tariffa incassata per lo smaltimento; i 141 milioni di crediti congelati e vantati nei confronti di diversi Comuni; i 53 milioni anticipati dal Commissariato per l’emergenza rifiuti per la costruzione di impianti di cdr in province diverse da quella di Napoli. Da limare anche i 99 milioni di euro spesi dal Commissariato per smaltire rifiuti fuori regione a seguito del verificarsi di inadempimenti; i 51 milioni di mancato deposito cauzionale; la somma non determinata e corrispondente all’aggio per l’attività di riscossione; infine, i 103 milioni del valore delle opere realizzate nella costruzione del termovalorizzatore di Acerra. Un verdetto che accoglie il lavoro svolto per conto della Impregilo, dal penalista napoletano Alfonso Maria Stile. Un’ordinanza che ora attende un nuovo intervento del Tribunale del Riesame di Napoli, anche in relazione a un nuovo possibile intervento della Procura napoletana di Giovandomenico Lepore, che dovrà però attenersi ai criteri guida fissati lo scorso 27 marzo dalla suprema corte, al termine del provvedimento firmato dal presidente Torquato Gemelli. Decisivo il passaggio conclusivo delle ventinove pagine di motivazione delle sezioni unite. «Quanto al sequestro della somma, non determinata, corrispondente all’aggio riconosciuto all’Ati per l’attività di riscossore diretto delle somme da consognerae poi al commissariato e ai comuni aventi diritto, il discorso giustificativo dell’impugnata ordinanza è ancora più oscuro. Non si comprende se, in dipendenza delle condotte truffaldine, gli enti abbiano o no incassato l’aggio».

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