L’ira del prefetto: l’ho saputo dal giornale
Lo sfogo si è consumato di buon mattino, subito dopo la lettura dei quotidiani, al cospetto dei suoi più stretti collaboratori. «È incredibile che io debba apprendere simili notizie dai giornali - ha detto il prefetto di Napoli Alessandro Pansa, riferendosi all’avviso di chiusura delle indagini disposto dalla Procura della Repubblica di Napoli, anticipato ieri dal Mattino - ancora prima che questo atto mi venga notificato». La decisione presa dai due pubblici ministeri titolari dell’inchiesta, Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, si abbatte su Palazzo di Governo come un fulmine a ciel sereno. Nessuno attendeva una conclusione tanto rapida dell’indagine e un esito simile in Prefettura. «Ne parlerò con il procuratore Lepore», avrebbe aggiunto Pansa ad alcuni fidati collaboratori sempre ieri mattina. Nessuna dichiarazione ufficiale: le sole reazioni alla decisione di notificare l’atto di conclusione delle indagini nell’ambito della delicata inchiesta denominata «Rompiballe» indicano un prefetto irritato e amareggiato. Ma torniamo alla notifica degli atti giudiziari. Sono complessivamente 31 e non 29 - come detto in un primo momento - gli avvisi di chiusura delle indagini. Un atto dovuto, giova ripeterlo e ricordarlo, che di per sé non coincide assolutamente con una richiesta di rinvio a giudizio, ma che - di fatto - rappresenta un passaggio verso le conclusioni della pubblica accusa. I reati contestati a vario titolo ai 31 indagati vanno dalla truffa ai danni dello Stato al falso ideologico, al traffico illecito di rifiuti. Vicenda complessa e articolata, quella passata al vaglio della sezione Reati ambientali della Procura diretta da Giovandomenico Lepore e affidata ai carabinieri del Noe (Nucleo operativo ecologico). Un’indagine - quella nella quale sono indagati anche l’ex prefetto Corrado Catenacci, nella sua qualità di ex commissario all’emergenza rifiuti, la dottoressa Marta Di Gennaro, ex vice di Guido Bertolaso (non indagato), Leonello Serva e Michele Greco, soggetti attuatori del commissario di governo durante le gestini commissriali di Bertolaso e Pansa - che può considerarsi a pieno titolo la derivazione naturale della madre di tutte le indagini sulla gestione dell’emergenza rifiuti in campania: quella che si è chiusa con il rinvio a giudizio per 28 imputati (tra i quali il presidente della Regione Antonio Bassolino) e che è ormai a dibattimento in Tribunale. A quanto si è appreso, dalle dieci pagine che sintetizzano le conclusioni della Procura emergerebbero particolari di nuove contestazioni mosse allo stesso prefetto di Napoli rispetto al quadro investigativo di fine maggio, quando il giudice per le indagini preliminari presso il Tribunale di Napoli Rosanna Saraceno emise 25 misure cautelari nell’ambito dell’indagine «Rompiballe». Contestazioni che ovviamente Pansa avrà modo di confutare nelle sedi competenti. Ora si attende la decisione finale dei pubblici ministeri Giuseppe Noviello e Paolo Sirleo, due magistrati da tempo in prima linea sul fronte di inchieste complesse e delicati, tanto più oggi che un decreto del governo Berlusconi attribuisce all’ufficio inquirente napoletano funzioni da vera superprocura regionale. È in questo clima che domani mattina riprende in Tribunale il processo a carico di Bassolino e di ex funzionari e dirigenti della Fibe, coinvolti nel processo sulle presunte irregolarità nel ciclo dello smaltimento dell’immondizia in Campania.