Vessa-Bonavitacola, il partito trasversale del Cip 6
Alla bouvette di Montecitorio Fulvio Bonavitacola da una parte, Pasquale Vessa dall’altra, in mezzo due caffè e un problema: i Cp6 che non ci sono più. I due si parlano fitto e puntano ad un’azione trasversale sul decreto rifiuti, dimenticando per un attimo le parti politiche di appartenenza, per il «bene» della città. Così mercoledì scorso in un’auletta riservata, i due sono riusciti a mettere in mezzo il presidente della commissione Bilancio della Camera Gioacchino Alfano, facendosi promettere tutto il suo interessamento al problema. Operazione quasi compiuta anche se si tratta di costruire una rete di «alleanze», anche queste trasversali, tra la commissione Ambiente (dove dovrebbe essere formulato un emendamento al decreto) e l’aula del Senato dove il provvedimento che riguarda anche i Cp6 sta per approdare. Il termovalorizzatore di Salerno rischia di saltare prima ancora che si cominci. Il tema dei Cp6 che nella fase di preparazione del bando di gara per il termovalorizzatore era in un provvedimento del governo (fortemente voluto dal precedente ministro Bersani) e che è in parte scomparso, ha messo in ambasce il sindaco-commissario di governo De Luca. Il Cp 6 è il «quantum» che produce l’energia prodotta dal termovalorizzatore e quindi consente di raggiungere rapidamente un ritorno a chi fa l’investimento economico. Si tratta di investire 400 milioni (meno pochi spiccioli di fondi pubblici) e le aziende interessate a costruire l'impianto a Salerno, in caso passasse l’attuale provvedimento, impiegherebbero 40 anni per rientrare dalla spesa. «Il Parlamento intende licenziare un provvedimento che, invece di consentire contributi sull’intera quantità di rifiuti conferiti all’inceneritore, riconosce gli aiuti per la sola parte organica - spiega Vessa - di qui il margine tanto basso per l’azienda. A questo punto la gara rischia di andare deserta. Chi farà un investimento tanto ingente e attenderà quasi mezzo secolo per guadagnarci?». Sullo sfondo, a complicare le cose, anche una procedura di infrazione che minaccia l’Unione europea. «Va anche detto che una parte del Pd si è espresso contro l’ampliamento del contributo Cp6 a tutta la parte di rifiuto conferito al termovalorizzatore - avverte Vessa - a dire che il siluro a De Luca glielo stanno lanciando gli stessi suoi compagni di partito». Come se ne esce? Con un emendamento nella commissione Ambiente o riprendendo al Senato il provvedimento. «Ma pare che non se ne voglia fare niente. E proprio il Pd è tra gli irremovibili. Disponibili a votare ci sarebbero Udc e Italia dei lavori... quindi», dice Vessa. Quindi i due ora si danno da fare. Da una parte Bonavitacola che cerca di convincere gli ambientalisti del Pd, dall’altra Vessa a caccia di adesioni in Senato. «Ho verificato presso il mio capogruppo nella commissione Ambiente Ghiglia di Torino e ho trovato la disponibilità a far votare un provvedimento. C’è da dire che un emendamento non era stato votato in aula era venuta meno una parte del Pd che sostanzialmente era un siluro contro De Luca. L’intesa tra Pdl e Lega sulla questione della copertura del decreto sui rifiuti in Campania è andata liscia fino ad ora. «C'è l'accordo», fa sapere il relatore del provvedimento, Agostino Ghiglia. «Tutto a posto», conferma il capogruppo della Lega in commissione, Guido Dussin. Resta ancora aperto il capitolo dei contributi europei Cip6, in particolare per quanto riguarda il termovalorizzatore di Salerno. La settimana prossima l’esame al Senato sarà decisivo per far dormire sonni tranquilli a De Luca. Ci penseranno Pasquale e Fulvio.