Bombe carta e tafferugli. L'ombra della camorra
Cinque fermi, contusa una donna incinta. Ordigni a Chiaiano
2 luglio 2008 - Giuseppe Crimaldi
Fonte: Il Mattino
Agguati dinamitardi, slogan, minacce e incursioni degne della miglior tecnica di guerriglia urbana. Il prologo che introduce la visita di Silvio Berlusconi a Napoli non è dei migliori. Promette male la nottata.
Tre ordigni di tipo artigianale esplodono a Chiaiano nell'area presidiata dalle forze dell'ordine destinata ad ospitare la futura discarica della città di Napoli.
A lanciare le bombe carta, i «soliti ignoti a bordo di moto e scooter. Sono riusciti a far perdere le loro tracce: una delle esplosioni ha anche danneggiato una macchina della polizia. Per fortuna non si è registrato alcun danno alle persone. Rispunta, dietro l'attentato dinamitardo, l'ombra della camorra. Un'ipotesi investigativa già tracciata dalla Direzione distrettuale antimafia durante le scorse settimane: dietro gli scontri di piazza che si sono verificati proprio a Chiaiano a maggio ci sarebbe
la mano dei clan dell'area nord che tentano in questo modo di «tutelare» uno dei principali business, quello dell'edilizia residenziale.
Ma torniamo a ieri. Dopo il «prologo» della nottata, lo scenario della guerriglia si è trasferito nel centro cittadino. Polizia e carabinieri non avevano disposto alcuna zona rossa in occasione della quarta visita a Napoli di Berlusconi. Circostanza che ha consentito ad alcuni "senzalavoro" iscritti alla lista storica dei Banchi Nuovi di raggiungere via Cesario Console, a pochi metri di distanza dall'ingresso di palazzo Salerno - sede del Comando militare per il Sud Italia e del sottosegretariato per l'Emergenza rifiuti, dove stava per arrivare il presidente del Consiglio - confondendosi tra la folla di curiosi e turisti. Quando mancavano pochi minuti all'arrivo di Berlusconi la polizia si è resa conto della presenza dei disoccupati e ha effettuato una carica di alleggerimento. Nella ressa che ne è derivata si sono trovati coinvolti anche alcuni passanti, e tra loro una giovane donna incinta di tre mesi, sfiorata dalla sedia di un bar sollevata nel tran tran. Anche in questo caso, però, nessun refertato in ospedale. Ma molti turisti torneranno a casa con il ricordo - impresso su videotape degli scontri ripresi in diretta.
A ben guardare, i senzalavoro scesi in piazza - ieri - erano veramente tanti. Dai corsisti del Progetto Isola ai disoccupati di Acerra a quelli del Coordinamento di lotta per il lavoro. Scandivano slogan contro il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, contro il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, contro il governo e contro lo stesso Silvio Berlusconi. Molti senzalavoro hanno scelto la tattica dello «slow walking»: hanno bloccato il traffico (in via Medina, via Depretis e via Marina). Tensioni, nel pomeriggio, quando cinque disoccupati sono riusciti a raggiungere due torrini innalzati nel cantiere di piazza del Plebiscito per il concerto di stasera di Zubin Mehta, impedendo l'uscita del premier dalla Prefettura. Dopo lunghe trattative i cinque sono scesi e, dopo essere stati condotti in Questura, denunciati. Chiedevano di essere utilizzati nel progetto per la differenziata, al posto dei volontari della protezione civile.
Tre ordigni di tipo artigianale esplodono a Chiaiano nell'area presidiata dalle forze dell'ordine destinata ad ospitare la futura discarica della città di Napoli.
A lanciare le bombe carta, i «soliti ignoti a bordo di moto e scooter. Sono riusciti a far perdere le loro tracce: una delle esplosioni ha anche danneggiato una macchina della polizia. Per fortuna non si è registrato alcun danno alle persone. Rispunta, dietro l'attentato dinamitardo, l'ombra della camorra. Un'ipotesi investigativa già tracciata dalla Direzione distrettuale antimafia durante le scorse settimane: dietro gli scontri di piazza che si sono verificati proprio a Chiaiano a maggio ci sarebbe
la mano dei clan dell'area nord che tentano in questo modo di «tutelare» uno dei principali business, quello dell'edilizia residenziale.
Ma torniamo a ieri. Dopo il «prologo» della nottata, lo scenario della guerriglia si è trasferito nel centro cittadino. Polizia e carabinieri non avevano disposto alcuna zona rossa in occasione della quarta visita a Napoli di Berlusconi. Circostanza che ha consentito ad alcuni "senzalavoro" iscritti alla lista storica dei Banchi Nuovi di raggiungere via Cesario Console, a pochi metri di distanza dall'ingresso di palazzo Salerno - sede del Comando militare per il Sud Italia e del sottosegretariato per l'Emergenza rifiuti, dove stava per arrivare il presidente del Consiglio - confondendosi tra la folla di curiosi e turisti. Quando mancavano pochi minuti all'arrivo di Berlusconi la polizia si è resa conto della presenza dei disoccupati e ha effettuato una carica di alleggerimento. Nella ressa che ne è derivata si sono trovati coinvolti anche alcuni passanti, e tra loro una giovane donna incinta di tre mesi, sfiorata dalla sedia di un bar sollevata nel tran tran. Anche in questo caso, però, nessun refertato in ospedale. Ma molti turisti torneranno a casa con il ricordo - impresso su videotape degli scontri ripresi in diretta.
A ben guardare, i senzalavoro scesi in piazza - ieri - erano veramente tanti. Dai corsisti del Progetto Isola ai disoccupati di Acerra a quelli del Coordinamento di lotta per il lavoro. Scandivano slogan contro il presidente della Regione Campania Antonio Bassolino, contro il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, contro il governo e contro lo stesso Silvio Berlusconi. Molti senzalavoro hanno scelto la tattica dello «slow walking»: hanno bloccato il traffico (in via Medina, via Depretis e via Marina). Tensioni, nel pomeriggio, quando cinque disoccupati sono riusciti a raggiungere due torrini innalzati nel cantiere di piazza del Plebiscito per il concerto di stasera di Zubin Mehta, impedendo l'uscita del premier dalla Prefettura. Dopo lunghe trattative i cinque sono scesi e, dopo essere stati condotti in Questura, denunciati. Chiedevano di essere utilizzati nel progetto per la differenziata, al posto dei volontari della protezione civile.