Con la Municipalità le Assise di Bagnoli, Chiaiano e Pianura
Il presidente promette battaglia per «salvare Agnano»
«No» all'inceneritore, Balzamo è coi comitati
E sull'impianto modello di Brescia, Noviello del Cnr rivela: «Inquina e volevano venderlo per 25 milioni alla Campania»
1 luglio 2008 - Luca Marconi
Fonte: Corriere del Mezzogiorno
I comitati di Bagnoli, Chiaiano e Pianura in marcia per raggiungere la X Municipalità riunita per deliberare sull'inceneritore cittadino, ridisegnano, su uno striscione, i confini del cosiddetto «triangolo della morte» a Nord di Napoli e a ridosso del Casertano, l'area dei veleni dove, secondo l'Istituto superiore di Sanità, c'è un 14-20% di probabilità in più di ammalarsi di tumore, mentre il rischio di malformazioni neonatali (vera spia dei veleni della terra e dell'aria, il tumore insorge anche dopo vent'anni, ndr) schizza all' 84%.
I nuovi vertici del triangolo dilatano il perimetro proporzionalmente alle decisioni di governo: sono Santa Maria La Fossa (Caserta), Acerra e Agnano. Il termovalorizzatore, definizione già impropria per gli esperti in materia che preferiscono chiamarlo inceneritore, produce diossina e nanoparticelle non misurate né misurabili né a Vienna, né a Brescia alle bocche d'uscita dei rispettivi impianti «modello» e sparge metalli pesanti per un raggio di 25 chilometri: lo hanno ribadito ieri il Cnr ed il professor Marfella della Fondazione Pascale in due diverse occasioni pubbliche. Quindi con maggiore lena, ieri pomeriggio, il Coordinamento Flegreo, le Assise per Bagnoli ed il Comitato per la rinascita dei Pisani (Pianura) hanno raggiunto il consiglio municipale per chiedere al presidente Giuseppe Balzamo, seduto accanto al sindaco di Pozzuoli Pasquale Giacobbe, «un solo binario di contrattazione politica che comprenda sempre i comitati civici» ed una presa di posizione netta sull'inceneritore. Che è arrivata: l'impianto ad Agnano non si deve fare, ha urlato Balzamo dopo lunghe proteste. «Né qui, né in altre zone di Napoli, né in Campania », ha aggiunto qualche consigliere facendo eco ai comitati. «Vogliamo raccolta differenziata porta a porta, isole ecologiche e impianti di compostaggio. Non siamo i comitati del "no"», spiega Aldo Velo delle Assise e leader degli ex operai Italsider. E Antonio Musella del presidio di Chiaiano, invitando i comitati per oggi alla terza manifestazione di soft walking contro la discarica nel Parco delle Colline, aggiunge: «Non siamo faziosi, è la prima legge della Termodinamica a parlare per noi: in natura nulla si crea e nulla si distrugge. L'incenerimento della monnezza produce ceneri e furani che non sono Chanel Numero 5».
Ma cosa ha detto il Cnr? «Gli inceneritori sono una non-soluzione — ha spiegato ieri a Napoli Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr capitolino —. Trasformano i rifiuti da solidi in aeroformi, ma restano tossici e nocivi. Il Giappone, uno dei primi paesi a utilizzarli, sta facendo rapidamente marcia indietro mentre in Francia hanno costruito un centinaio di piccoli impianti per evitare sovraccarichi di veleni». Anzi, secondo Noviello, Brescia avrebbe proposto di venderlo, il suo inceneritore «prodigio », proprio alla Campania: «La proposta era di cederlo per 25 milioni, meno di quanto serve per completare l'impianto di Acerra». Una proposta che sarebbe giustificata dal fatto che «quell'impianto sta inquinando l'intera Lombardia. A Brescia non c'è un solo allevamento di bovini che sia senza diossina». Ed in effetti è tutto sulla Rete. «Quell'impianto ha vinto un premio, certo. Ma nel comitato scientifico c'era l'azienda che lo ha fatto. Non a caso è intervenuta anche la Commissione Europea». Ed ha bocciato l'incenerimento, ad un convegno ieri mattina, anche Antonio Marfella, dirigente medico del Pascale: «La Campania ha il 25% di tumori in più rispetto alla media nazionale. A Milano si conta il più alto numero di casi di tumore al polmone giornalieri. Che sono alti anche a Napoli. Ma Milano ha tre volte e mezzo gli abitanti di Napoli e fare i conti è facile, è Napoli in testa». Con la costruzione di 4 impianti di incenerimento, secondo Marfella, «si istituzionalizza l'ingresso in Campania di un milione di tonnellate di immondizia all'anno che proverranno da fuori regione per coprire il fabbisogno dei 4 impianti. Tecnologie che l'Europa e gli Usa stanno dismettendo. Da noi la situazione è completamente fuori controllo». «Non voglio drammatizzare — ha replicato la sindaca Rosa Iervolino — ma se si dice no al termovalorizzatore di Agnano anche perché l'area è sismica, come è stato obiettato nei giorni scorsi, come possiamo pensare di organizzarvi il Forum delle Culture?». Per il sindaco se il termovalorizzatore viennese sorge tra un ospedale e un'università, gli allarmi per la salute dei napoletani sono eccessivi. Intanto a Giugliano i comitati condannano con una nota «la decisione del sindaco Pianese di concordare la scellerata riapertura del sito di Taverna del Re». Mentre un consiglio comunale urgente è stato chiesto dal Prc di Acerra contro la riapertura del cantiere dell'inceneritore definita «l'ennesima operazione mediatica ». Resta critica la situazione dei rifiuti, intanto, nel Vesuviano e nell'area flegrea.
I nuovi vertici del triangolo dilatano il perimetro proporzionalmente alle decisioni di governo: sono Santa Maria La Fossa (Caserta), Acerra e Agnano. Il termovalorizzatore, definizione già impropria per gli esperti in materia che preferiscono chiamarlo inceneritore, produce diossina e nanoparticelle non misurate né misurabili né a Vienna, né a Brescia alle bocche d'uscita dei rispettivi impianti «modello» e sparge metalli pesanti per un raggio di 25 chilometri: lo hanno ribadito ieri il Cnr ed il professor Marfella della Fondazione Pascale in due diverse occasioni pubbliche. Quindi con maggiore lena, ieri pomeriggio, il Coordinamento Flegreo, le Assise per Bagnoli ed il Comitato per la rinascita dei Pisani (Pianura) hanno raggiunto il consiglio municipale per chiedere al presidente Giuseppe Balzamo, seduto accanto al sindaco di Pozzuoli Pasquale Giacobbe, «un solo binario di contrattazione politica che comprenda sempre i comitati civici» ed una presa di posizione netta sull'inceneritore. Che è arrivata: l'impianto ad Agnano non si deve fare, ha urlato Balzamo dopo lunghe proteste. «Né qui, né in altre zone di Napoli, né in Campania », ha aggiunto qualche consigliere facendo eco ai comitati. «Vogliamo raccolta differenziata porta a porta, isole ecologiche e impianti di compostaggio. Non siamo i comitati del "no"», spiega Aldo Velo delle Assise e leader degli ex operai Italsider. E Antonio Musella del presidio di Chiaiano, invitando i comitati per oggi alla terza manifestazione di soft walking contro la discarica nel Parco delle Colline, aggiunge: «Non siamo faziosi, è la prima legge della Termodinamica a parlare per noi: in natura nulla si crea e nulla si distrugge. L'incenerimento della monnezza produce ceneri e furani che non sono Chanel Numero 5».
Ma cosa ha detto il Cnr? «Gli inceneritori sono una non-soluzione — ha spiegato ieri a Napoli Ennio Italico Noviello, primo ricercatore del Cnr capitolino —. Trasformano i rifiuti da solidi in aeroformi, ma restano tossici e nocivi. Il Giappone, uno dei primi paesi a utilizzarli, sta facendo rapidamente marcia indietro mentre in Francia hanno costruito un centinaio di piccoli impianti per evitare sovraccarichi di veleni». Anzi, secondo Noviello, Brescia avrebbe proposto di venderlo, il suo inceneritore «prodigio », proprio alla Campania: «La proposta era di cederlo per 25 milioni, meno di quanto serve per completare l'impianto di Acerra». Una proposta che sarebbe giustificata dal fatto che «quell'impianto sta inquinando l'intera Lombardia. A Brescia non c'è un solo allevamento di bovini che sia senza diossina». Ed in effetti è tutto sulla Rete. «Quell'impianto ha vinto un premio, certo. Ma nel comitato scientifico c'era l'azienda che lo ha fatto. Non a caso è intervenuta anche la Commissione Europea». Ed ha bocciato l'incenerimento, ad un convegno ieri mattina, anche Antonio Marfella, dirigente medico del Pascale: «La Campania ha il 25% di tumori in più rispetto alla media nazionale. A Milano si conta il più alto numero di casi di tumore al polmone giornalieri. Che sono alti anche a Napoli. Ma Milano ha tre volte e mezzo gli abitanti di Napoli e fare i conti è facile, è Napoli in testa». Con la costruzione di 4 impianti di incenerimento, secondo Marfella, «si istituzionalizza l'ingresso in Campania di un milione di tonnellate di immondizia all'anno che proverranno da fuori regione per coprire il fabbisogno dei 4 impianti. Tecnologie che l'Europa e gli Usa stanno dismettendo. Da noi la situazione è completamente fuori controllo». «Non voglio drammatizzare — ha replicato la sindaca Rosa Iervolino — ma se si dice no al termovalorizzatore di Agnano anche perché l'area è sismica, come è stato obiettato nei giorni scorsi, come possiamo pensare di organizzarvi il Forum delle Culture?». Per il sindaco se il termovalorizzatore viennese sorge tra un ospedale e un'università, gli allarmi per la salute dei napoletani sono eccessivi. Intanto a Giugliano i comitati condannano con una nota «la decisione del sindaco Pianese di concordare la scellerata riapertura del sito di Taverna del Re». Mentre un consiglio comunale urgente è stato chiesto dal Prc di Acerra contro la riapertura del cantiere dell'inceneritore definita «l'ennesima operazione mediatica ». Resta critica la situazione dei rifiuti, intanto, nel Vesuviano e nell'area flegrea.