MONNEZZA SICURA RIFIUTI

Ad Acerra è arrivata la guardia

I commenti dei cittadini: «Stanno controllando un impianto bloccato dalla magistratura»
Il governo tenta di sbloccare l'emergenza inviando l'esercito a presidiare il cantiere di un inceneritore in costruzione da anni. E' la militarizzazione delle discariche prevista per decreto. Che suscita la rabbia della popolazione. Intanto domani ad Agnano corteo contro la costruzione del nuovo impianto in città I primi sessanta militari sorvegliano il cantiere del termovalorizzatore
29 giugno 2008 - Francesca Pilla
Fonte: Il Manifesto

Si danno un gran da fare questi ragazzi. Quelli che guidano le ruspe e quelli che sistemano i bagni chimici, chi porta le scale e chi parcheggia gli automezzi. Deve fare un gran caldo sotto la tuta mimetica e dall'elmetto giallo, sulla tempia di un giovanotto metà militare e metà operaio, spunta una goccia di sudore, mentre appende sulla rete metallica una serie di cartelli anch'essi gialli: «Area d'interesse nazionale vietato l'accesso, sorveglianza armata». Chissà se ci avrebbe scommesso su quando è entrato nell'arma: andrò a sorvegliare un termovalorizzatore per amor di patria. Ma ad Acerra tutto è al posto giusto, anche le sentinelle con i mitra a tracolla, e potrebbe passare per un campo in Afghanistan.
Il sottosegretario Guido Bertolaso ha fatto la prima mossa, ieri ha inviato 60 militari, scortati dalle forze dell'ordine (o viceversa) per presidiare l'impianto che dovrebbe essere terminato (non è stato deciso ancora da chi) entro dicembre. Forse il timore che si possano innescare una serie di proteste a catena, dopo che ad Agnano già domani i cittadini scenderanno in piazza contro l'impianto napoletano che dovrebbe sorgere nel loro territorio e ieri a Chiaiano hanno banchettato nella cava di tufo in centinaia al pic nic contro la discarica. O forse si tratta di «mostrare i muscoli alle mosche e ai gabbiani» come ironizzano alcuni gruppi di acerrani arrivati in località Pantano un po' per curiosità, molti per rabbia.
Il sole batte e benché intorno ci siano solo campagne, quel che resta della Campania Felix, il mare è lontano, non si respira, soprattutto quando arrivano le zaffate delle montagne di rifiuti accatastati nel sito di trasferenza che sorge a poche centinaia di metri. «Poveri ragazzi - infieriscono le donne del luogo - fare la guardia ai cani randagi». E infatti bastardini di tutte le misure si muovono con dimestichezza nella loro «mensa» personale.
Qui l'ultima protesta in strada dei cittadini contro il termovalorizzatore risale a quattro anni fa. Era il 29 agosto e in 30mila, tra comitati e partiti della sinistra «rossa», si ritrovarono davanti al sito, allora di proprietà della Fibe, che era stato sgomberato 12 giorni prima. Anche all'epoca il governo Berlusconi «scelse» la tolleranza zero e la folla venne dispersa a manganellate. Feriti e arresti, con il sindaco Espedito Marletta e il senatore Tommaso Sodano portati in ospedale. «A distanza di tempo Berlusconi - dice oggi Marletta - ripete la scelta di militarizzare lo scontro, utilizzando risorse dello Stato per difendersi dai cittadini e tutelando affari privati, neanche tanto chiari». Eppure da quel fine agosto i cittadini hanno smesso di manifestare, scegliendo la strada dei ricorsi. «Quella di oggi - conferma Franco, acerrano di nascita - è l'ennesima messa in scena che serve a tranquillizzare i fornitori. Da tempo i nostri comitati cittadini stanno portando le nostre ragioni nelle sedi opportune, come la magistratura e l'Ue». Uno dei sostenitori di queste «cause» è l'avvocato Tommaso Esposito, un pezzo di uomo dall'aria mite che nel suo studio ha collezionato un'enciclopedia di materiali sull'impianto, dai rilievi tecnici alle pecche di un termovalorizzatore che doveva essere pronto circa 8 anni fa. «L'impresa ha sbagliato progetto e proprio ad essa, unico caso in Europa, si concede di passare sulla pelle della gente azzerando la valutazione di impatto ambientale». In realtà non è ancora ben chiaro se sarà proprio la Fibe-Impregilo a terminare i lavori, perché nel decreto legge di Berlusconi è stato specificato che il sottosegretario Bertolaso potrebbe far subentrare una nuova società senza nemmeno bisogno di gara pubblica. Ma ai residenti poco importa: questo inceneritore non si deve fare. Acerra è la terra delle pecore morte di Butiful Cantri, degli uomini e delle donne con il più alto tasso di tumori del nostro paese, dei campi infestati dalla diossina.
Fuori dai cancelli la gente guarda verso l'alto le due torri in ferro ferme lì da qualche anno, poi verso il basso quei ragazzi con la bandiera dell'Italia sul braccio. «Stanno sorvegliando una cattedrale nel deserto la cui costruzione è stata bloccata dalla magistratura» ritira il collo nelle spalle Franco, mentre cerca sguardi d'intesa con gli altri. Una bimba, avrà più o meno sei anni, tiene per la mano il suo papà: «Non è che vogliono prendere mia figlia come prigioniera di guerra?». Si tratta dell'assessore comunale all'ambiente Andrea Piatto che stenta a credere ai suoi occhi: «Sembra di stare in Iraq o in Afghanistan con cartelli che richiamano a scenari di guerra. Non ho ancora capito, però, chi è il Bin Laden che bisogna prendere».
Bertolaso è puntuale nelle spiegazioni: «La sorveglianza del cantiere del costruendo termovalorizzatore di Acerra - spiega in una nota - come previsto dal decreto legge 90/2008 ha acquisito status di sito di interesse strategico nazionale». Martedì il presidente del consiglio tornerà a Napoli per un sopralluogo.
QUI VICENZA Tornano in piazza domani sera i No Dal Molin, in difesa dell'ordinanza del Tar che ha sospeso la realizzazione della nuova base Usa di Vicenza e che il governo vorrebbe ignorare. La manifestazione si svolge in concomitanza con il passaggio dell'area aeroportuale dal demanio militare a quello civile. QUI VAL DI SUSA Potrebbe arrivare oggi l'accordo dell'Osservatorio tecnico sul nuovo tracciato della Tav Torino-Lione, che sarà poi sottoposto ai sindaci della valle. Nel frattempo, ieri pomeriggio a Torino 200 no Tav hanno posato una simbolica prima pietra dell'opera all'inizio di corso Francia, la strada per la Val di Susa.

 

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