Il pentito (in aula) al pm: mi chiesero di ammazzarti Il pentito Della Corte: rifiuti tossici sversati anche nel fiume Volturno
Durante il processo a Nicola  Cosentino al Tribunale di Santa Maria Capua Vetere m cui l'ex  parlamentare è accusato di concorso estemo in associazione camorristica,  il collaboratore di giustizia Della Corte si è soffermato anche su  altri punti, come il progetto di assassinare un magistrato. «Tra il 2005  e il 2006 incontrai Cipriano Chianese che mi chiese di uccidere il pm  della Dda Alessandro Milita. Io non accettai perché volevo più soldi di  quelli che mi erano stati proposti», ha dichiarato il pentito del clan  dei casalesi. Della Corte ha confermato, rispondendo in video-conferenza  alle domande dello stesso Milita, una circostanza contenuta  nell'ordinanza d'arresto   eseguita alla fine del 2013 a carico di  Chianese, ritenuto il principale artefice per conto dei Casalesi del  traffico di rifiuti tossici dal Nord ai territori casertani e  napoletani. Per questi fatti Cipriano Chianese è sotto processo a  Napoli.
CASERTA — Con le sue  dichiarazioni ha consentito l'apertura di una campagna di scavi, tuttora  in corso a Villa di Briano, suo paese d'origine, alla ricerca dei mstì  tossici interrati dal clan dei Casalesi. Oggi Francesco Della Corte,  chiamato in qualità di pentito a deporre al processo per concorso  esterno in associazione camorristica a carico dell'ex deputato Nicola  Cosentino, ha confermato «che il traffico di rifiuti tossici dal Nord  alle campagne del Casertano era già in corso dall'inizio degli anni 90; a  gestirlo era il boss Francesco Bidognetti tramite Gaetano Cerei e  Cipriano Chianese». Le sostanze, ha aggiunto «in particolare mercurio,  fanghi e vernici provenienti dalle industrie del nord, venivano messi in  bidoni di ferro e sotterrati almeno inizialmente in fondi agricoli, in  particolare nei Comuni di competenza del clan Bidognetti. Dal boss ho  saputo anche che tali sostanze nocive sono state smaltite nel fiume  Volturno e soprattutto sotto l'asse mediano Noia-Villa Litemo», ha detto  ancora. Al momento gli scavi in corso a Villa di Briano, a poche  centinaia di metri dall'asse mediano, hanno confermato solo in parte le  di   chiarazioni del pentito; i classici fusti in ferro non sono stati  trovati ma dal terreno sono comunque emersi bidoni di latta, di capacità  ridotta, contenenti tracce di vernici e oli esausti, e soprattutto una  maxi-discarica di materiale di scarto dell'attività edile (amianto,  ferro, guaine in plastica) e di copertoni.   Le operazioni, che vanno  avanti dallo scorso 13 gennaio, sono monitorate sul posto dai  carabinieri di Mondragone e dal Corpo forestale di Napoli. La pala  meccanica concentrerà gli scavi in un quinto punto del terreno di via  Kruscev, dove sono già emersi bidoni con oli esausti, scarti di attività  edili e copertoni.   Tornando al processo in atto al Tribunale di Santa  Maria Capua Vetere, Della Corte   si è soffermato anche su altri punti,  come il progetto di assassinare un magistrato. «Tra il 2005 e il 2006  incontrai Cipriano Chianese che mi chiese di uccidere il pm della Dda  Alessandro Milita. Io non accettai perché volevo più soldi di quelli che  mi erano stati proposti», ha dichiarato il pentito del clan dei  casalesi. Della Corte ha confermato, rispondendo in video-conferenza  alle domande dello stesso Milita, una circostanza contenuta  nell'ordinanza d'arresto eseguita alla fine del 2013 a carico di  Chianese, ritenuto il principale artefice per conto dei Casalesi del  traffico di rifiuti tossici dal Nord ai territori casertani e  napoletani. Per questi fatti Cipriano Chianese è sotto processo a  Napoli.   Gli scavi in corso a Villa di Briano

