Fortini: ecco tutti i conti dell`Asìa
NAPOLI - Daniele Fortini lascia Asia e va ad occuparsi di rifiuti a Roma. Ecco il suo bilancio. Chi la sostituirà? «L'attuale consiglio di amministrazione decade a giugno. Credo che il sindaco punterà su una soluzione interna al Comune per coprire il semestre».
Il momento peggiore? «Quando arrivai, nella primavera 2008: rifiuti accatastati, roghi, la rivolta di Pianura. Gli attacchi ingiusti di Berlusconi e Bertolaso, che accusavano Asia di essere responsabile di tutto».
I migliori? «L'avvio del porta a porta ai Colli Aminei e la partenza della prima nave con i rifiuti verso l'Olanda. Non ci credeva nessuno».
Non pensa che quella nave sia anche è simbolo dell'incapacità di Napoli di gestire il ciclo dei rifiuti? «In Europa molti paesi spediscono l'immondizia oltre frontiera. Per esempio, la Gran Bretagna. Ci sono nazioni che hanno una capacità di incenerimento inutilizzata, grazie ai progressi della raccolta differenziata, e cercano materiale dall'estero. In questo contesto è nata l'operazione Olanda».
Quanto costa? «Circa 20 milioni all'anno (115 euro a tonnellata) più il 20% di tasse. Potremmo benissimo rivolgerci ai termovalorizzatori, anch'essi sottoutilizzati, di alcune regioni italiane. Ottuse resistenze politiche ce lo impediscono e per questo, ogni anno, regaliamo 4 milioni di tasse alla regina d'Olanda».
Si costruirà un altro termovalorizzatore in Campania? «Non servirà, se si procede lungo la strada della differenziata».
Quale è oggi la percentuale di Napoli? «Tra il 27 ed il 28%.
La qualità? «Buona. Siamo in I fascia per l'umido, per il vetro e per l'alluminio».
Non si direbbe, osservando i bidoncini e le campane nei quali si trova di tutto. «Certamente c'è un problema di sensibilizzare ulteriormente i napoletani e di intensificare i controlli, ma il nostro umido ed il multimateriale sono ottimi. Se così non fosse, i camion che portano l'umido agli impianti di Padova e del Friuli sarebbero rimandati indietro».
Come procede la gara per il sito di compostaggio a Scampia? «Il bando scade il 7 febbraio. Ci auguriamo pervenga almeno una offerta valida. Il nodo è l'accesso al credito bancario per i privati interessati a realizzare l'opera».
Ecoballe di Giugliano: sei milioni di tonnellate. Che soluzione? «Asia ha proposto di riportarle negli stir e di estrarre da esse tutto il riciclabile: plastica, vetro, alluminio. Quel che resta, circa la metà, va bruciato nei termovalorizzatori, nei cementifici, nelle centrali dell'Enel».
Occorre un nuovo tennovalorizzatore per quelle ecoballe? «Dimezzandone la quantità si potrebbe impiegare Acerra o un altro impianto in Italia».
Il suo rammarico? «Nel 2011 la Regione nominò i commissari per realizzare linee di compostaggio negli stir. Non se ne è fatto ancora nulla».
Il suo orgoglio? «L'eliminazione di appalti e subappalti nella raccolta. Abbiamo posto fine ai taglieggiamenti ed ai ricatti. Ricordiamo tutti la vicenda Enerambiente e Davideco».
Come sono oggi i conti di Asia? «Vantiamo crediti per 190 milioni dal Comune. Siamo a nostra volta indebitati con banche e fornitori per 150 milioni. C'è finalmente il contratto di servizio ed il Comune ha deliberato una contribuzione regolare di 187 milioni annui».
Come ripianare i debiti? «Un governo intelligente metterebbe il Comune in condizioni di dare ad Asia i 190 milioni. Pagheremmo i fornitori, diminuiremmo l'esposizione con le banche e gli interessi, che oggi toccano il 7%. Si badi, l'indebitamento per l'igiene urbana è un problema a Napoli come a Torino. Parliamo di un miliardo e mezzo, nel complesso. Un intervento dell'esecutivo consentirebbe di risparmiare ogni anno, per l'igiene urbana, 140 milioni di interessi bancari».